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Brexit: nuova tassa in Gb, rischio penuria di prodotti freschi

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La Gran Bretagna si prepara ad affrontare una nuova carenza di beni quali cibo, fiori ed erbe aromatiche a causa della decisione del governo di imporre controlli sulle importazioni che entreranno in vigore il 30 aprile.
L’esecutivo, riporta il Guardian, è sotto il fuoco delle aziende del settore per aver dato un preavviso di appena 27 giorni prima dell’entrata in vigore di controlli aggiuntivi su camembert, bistecche, tulipani ed erba cipollina che saranno assoggettati a tasse fino a 145 sterline. Piccoli rivenditori come le gastronomie e i negozi agricoli stanno facendo incetta per assicurarsi di avere prodotti in magazzino.
Alcuni esportatori dell’Unione, però, hanno già deciso di averne abbastanza della burocrazia britannica, stanno sospendendo le forniture e stanno già guardando ad altri mercati invece che al Regno Unito. Dal 2020 hanno dovuto fare i conti con livelli crescenti di burocrazia Brexit, inclusi certificati fitosanitari, passaporti delle piante, licenze di importazione e certificati sanitari di esportazione. Dal mese prossimo avranno un altro modulo da compilare per prodotti di origine animale, piante ed erbe e dovranno pagare una “tassa di utenza comune” (CUC) fino a 145 sterline a spedizione destinata a coprire i costi di nuove strutture, compreso un sito di controllo delle frontiere interne da 154 milioni di sterline a Sevington nel Kent. Tuttavia, la Cold Chain Federation (CCF), un ente commerciale per i fornitori, stima che il governo raccoglierà un dividendo dalla Brexit di 60 milioni di sterline e che il processo aggiungerà 1 miliardo di sterline al costo di importazione di alimenti e piante refrigerati. La settimana scorsa la compagnia assicurativa Allianz Trade ha dichiarato che i costi complessivi delle importazioni alimentari aumenteranno del 10% nel primo anno del nuovo regime.
In una lettera a Steve Barclay, ministro dell’ambiente, l’amministratore delegato della CCF, Phil Pluck, ha affermato che dopo che gli esportatori britannici sono stati soggetti a nuove regole nel 2021, “molti piccoli magazzini e distributori britannici che seguono la catena del freddo hanno trovato la gestione troppo onerosa e hanno smesso di operare”. (AGI)
RED