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12 Marzo 2013. Si apre il conclave per eleggere il successore di Ratzinger

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di redazione

Il 12 marzo del 2016 ebbe inizio in Vaticano il conclave per la scelta del successore al soglio pontificio di Benedetto XVI, le cui clamorose dimissioni, annunciate l’11 febbraio, erano diventate operative dal 28 febbraio.

I riti del conclave erano iniziato alle 10 del mattino con la messa “pro eligendo Romano pontifice” concelebrata da tutti i cardinali all’interno della basilica di San Pietro.

Nel pomeriggio, alle 16,30, iniziò la processione dei partecipanti al conclave dalla cappella Paolina alla cappella Sistina, dove s’alzò verso la magnifica volta di Michelangelo il canto del “Veni Creator Spiritus” e i cardinali giuraronosolennemente di mantenere per sempre il segreto su tutto quanto si sarebbe svolto nel conclave. Quindi il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, Guido Martini, pronunciò il tradizionale “extra omnes” e le porte della cappella Sistina si chiusero per il conclave più numeroso della storia (al pari di quello dell’aprile 2005 che aveva eletto Papa Joseph Ratzinger); erano le 17,33.

La prima votazione si svolse dopo una breve meditazione tenuta dal teologo Prosper Grech, cardinale maltese (scomparso nel 2019). E alle 19,41 dal comignolo della cappella uscì la prima fumata nera.

Anche il secondo e il terzo scrutinio, tenuti la mattina del 13 marzo, ebbero esito negativo, alle 11:38 i fedeli raccolti in Piazza San Pietro videro la fumata nera. Stesso esito, dopo la pausa pranzo, per il quarto scrutinio.

Alle 19,06 del 13 marzo, dopo il quinto scrutinio, ecco la fumata bianca. Dopo poco più di un’ora alle 20,12 il cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran dalla loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro, pronuncia le parole fatidiche: Habemus Papam! È il cardinale Jorge Mario Bergolglio, gesuita, arcivescovo di Buenos Aires, il primo Papa della storia della Chiesa proveniente dal continente americano, che nel frattempo aveva indossato quello più adatto a lui dei tre abiti talari preparati dalla storica sartoria per ecclesiastici Grammarelli, con la fascia, la mozzetta di velluto riìosso, lo zucchetto bianco e le scarpe rosse. Aveva scelto per sé il nome di Francesco.