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Spending review, ecco i tagli decisi dal CdM

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Ieri sera il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge sull spending review: il risparmio per lo Stato sarà di 4,5 miliardi per il 2012, di 10,5 miliardi per il 2013 e di 11 miliardi per il 2014. Le misure contenute nel decreto legge consentiranno di evitare l’aumento di due punti percentuali dell’IVA per gli ultimi tre mesi del 2012 e per il primo semestre del 2013. Secondo Massimiliano Dona, Unione Nazionale Consumatori, “Il balletto dell’IVA, la cui aliquota secondo le intenzioni del Governo Monti dovrebbe salire di due punti percentuali a luglio 2013 per poi ridursi di un punto a partire da gennaio 2014, sarà un’ottima occasione per gli speculatori”.Tornando alle misure, inoltre, sarà possibile estendere la clausola di salvaguardia in materia pensionistica prevista dal decreto legge “Salva Italia” ad altri 55.000 soggetti cd esodati nonché prevedere gli stanziamenti per la ricostruzione delle zone danneggiate dal sisma. La riduzione della spesa non incide in alcun modo sulla quantità di servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni a favore dei cittadini ma mira a migliorarne la qualità e l’efficienza. Stimola, così, la crescita e la competitività del Paese, in linea con le best practices europee e con le sollecitazioni degli investitori internazionali” ha spiegato il Presidente Monti.

 Diverse le norme contenute nel decreto tra le quali spiccano:

  • Le province saranno dimezzate, passando dalle attuali 110 a circa 50. Sarebbero due i criteri attraverso i quali verranno decisi i tagli: il primo è relativo alla popolazione e il secondo all’estensione. Entro 20 giorni il governo dovrà fissarli con una delibera del Consiglio dei ministri. Calano, intanto, i trasferimenti per Regioni, Province e Comuni.
  • E’ stato escluso il taglio automatico delle strutture ospedaliere con meno di 80 posti letto presente nella bozza del provvedimento e contro il quale si era espresso il ministro della Sanità Renato Balduzzi. Ci sarà un’analisi legata alle necessità del territorio. In ogni caso tra le chiusure, il taglio dei posti letto, il taglio alle spese farmaceutiche e per l’acquisto di beni e servizi sono attesi 5 miliardi.
  • Si procederà al taglio del 10% del personale e del 20% della dirigenza nella P.A.. “E’ stato esteso l’approccio già introdotto per la Presidenza del Consiglio e per il ministero delle Finanze di riduzione delle piante organiche”, ha detto il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli. I travet avranno inoltre meno spazio per lavorare, i buoni pasto si ridurranno a 7 euro e le ferie non potranno essere monetizzate. Arriva anche la “valutazione individuale”, una sorta di pagella del ministeriale.
  • Nella versione finale del decreto sono saltati i tagli di circa 200 milioni di euro alle università e gli enti di ricerca che in un primo momento, dopo le voci dei giorni scorsi, sembravano confermati.
  • Saltano i fondi (200 milioni) previsti per le scuole paritarie inizialmente, dal dl sulla spending review. E’ quanto si legge nella versione corretta del comunicato del Consiglio dei ministri. Restano invece i 10 milioni previsti per le università non statali.

Infine, vengono soppressi l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo (ISVAP) e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP). Le funzioni dei due enti saranno accorpate dall’IVARP, che nasce come unico istituto per la vigilanza sulle assicurazioni e sul risparmio previdenziale, nel pieno rispetto delle indicazioni comunitarie in materia. Il nuovo ente funzionerà in stretta sinergia con le strutture della Banca d’Italia, così da assicurare una piena integrazione dell’attività di vigilanza nei settori finanziario, assicurativo e del risparmio previdenziale, anche attraverso un più stretto collegamento con la vigilanza bancaria. L’istituto diventerà operativo entro 120 giorni dall’entrata in vigore del decreto, realizzando un risparmio di costi pari ad almeno il 10% delle spese di funzionamento dei due enti soppressi.

Stessa fine anche per  l’INRAN le cui attività saranno svolte principalmente dal Cra: “Gli interventi stabiliti ieri in Consiglio dei Ministri hanno come obiettivo quello di rendere più razionale, efficiente ed efficace il lavoro degli enti collegati al Ministero;  nel campo della ricerca puntiamo ad una migliore allocazione delle risorse e ad una razionalizzazione delle funzioni” ha spiegato il ministro Mario Catania.

Per quanto concerne Agea è stato disposto che le funzioni di coordinamento relative al finanziamento della Politica agricola comune siano svolte direttamente dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che agirà come unico rappresentante dello Stato italiano nei confronti della Commissione europea per tutte le questioni relative al FEAGA e al FEASR. Al contempo viene modificato il modello di governance che prevedeva, un Presidente e un Cda, e si istituisce invece un unico direttore dell’Agenzia scelto in base a criteri di alta professionalità e conoscenza del settore agroalimentare sul modello delle agenzie collegate al MEF come per esempio l’agenzia delle Entrate. La dotazione organica di AGEA attualmente esistente è ridotta del 50 per cento per il personale dirigenziale di prima fascia e del 10 per cento per il personale dirigenziale di seconda fascia. Entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del suddetto decreto, saranno individuate le risorse umane, strumentali e finanziarie riallocate presso il Mipaaf, attraverso decreti ministeriali di natura non regolamentare del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.

(Fonte helpconsumatori.it)


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