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Pnrr, giro di vite del governo sui poteri di controllo della Corte dei conti

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Il governo ha formalizzato la presentazione di un emendamento sui poteri della Corte dei Conti al decreto sulla PA. Fitto: la, Corte Conti non ha competenza su verifica del raggiungimento degli obiettivi. Domani a Palazzo Chigi è previsto un incontro con i vertici della Corte dei Conti

Il governo ha formalizzato la presentazione di un emendamento sui poteri della Corte dei Conti al decreto sulla PA. Lo ha annunciato in apertura di seduta Walter Rizzetto, presidente della commissione Lavoro della Camera che esamina il decreto con la commissione Affari Costituzionali. La proposta di modifica a firma dell’esecutivo contiene due norme diverse riguardanti i controlli della Corte dei Conti. La prima è una proroga di un anno fino al 30 giugno 2024 del cosiddetto scudo sulle norme riguardanti il danno erariale. Su questo punto il ministro Raffaele Fitto ha precisato che “la proroga era già stata attuata dai governi Conte e Draghi”

La seconda norma invece sottrae il cosiddetto controllo concomitante, cioè in itinere, della Corte dei Conti su tutte le spese dei fondi del Pnrr. Il controllo concomitante è quello, secondo quanto prevede la legge, che può essere chiesto dalle Commissioni parlamentari.

“La delibera 17 della Corte dei Conti determina una responsabilità del dirigente nel non aver raggiunto un obiettivo della quarta rata, ma la verifica del raggiungimento di un obiettivo non è competenza della Corte dei Conti, e inoltre è necessario che si attivi la quarta rata: quindi non si può fare una verifica su un obiettivo di una rata non ancora attivata”. Lo ha detto il ministro per gli Affari europei, il Sud, la Coesione e l’attuazione del Pnrr, Raffaele Fitto, al termine della cabina di regia sul Pnrr a palazzo Chigi. “Lo scontro – ha spiegato Fitto – di regola si fa in due, sfido chiunque a trovare una sola parola del governo che sia andata contro la Corte dei Conti, non lo farebbe nessuno. È evidente che c’è il massimo rispetto, ma allo stesso modo il governo chiede analogo rispetto. Il controllo concomitante è stato previsto dalla legge 15 del 2009, dal 2009 al novembre del 2021 non è stato di fatto previsto nulla, non c’è stato un solo intervento, fino a quando è stata fatta una delibera che organizza il controllo concomitante. Questa delibera che istituisce il collegio del controllo concomitante fa riferimento a una legge che risale a prima che venisse deciso il Pnrr, e non fa alcun riferimento al decreto legge 77 del governo Draghi, che noi siamo convinti vada applicato. Sono le leggi e le loro date che si incaricano di dimostrare che non c’è scontro: perché non viene attuato il decreto 77 che parla del Pnrr e che prevede un’interazione con la Corte dei Conti europea. La delibera 17 della Corte dei Conti determina una responsabilità del dirigente nel non aver raggiunto un obiettivo della quarta rata, ma la verifica del raggiungimento di un obiettivo non è competenza della Corte dei Conti, e inoltre è necessario che si attivi la quarta rata: quindi non si può fare una verifica su un obiettivo di una rata non ancora attivata. Quando partirà la richiesta della quarta rata si potranno fare le verifiche su quello. Il tema del controllo concomitante rischia di creare un problema oggettivo, creando un corto circuito, e quindi penso che fosse necessario dire una parola di chiarezza nell’abito delle leggi. Il governo non vuole polemizzare né fare nulla di strano, mette in fila le leggi”.

Domani a Palazzo Chigi è previsto un incontro con i vertici della Corte dei Conti. A quanto si apprende, per il governo saranno presenti il ministro per il Pnrr, Raffaele Fitto, e i sottosegretari alla presidenza, Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari. Per la Corte a partecipare saranno il presidente Guido Carlino, il presidente aggiunto Tommaso Miele, il procuratore generale Angelo Canale e il segretario generale Franco Massi.

 

Fonte: italiaoggi.it