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Imprese e Covid 19, nel report Istat i numeri della crisi

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 di redazione

É stato pubblicato il report Istat sulle conseguenze della pandemia di Covid 19 per le imprese italiane. Il report è frutto di un’intervista che ha visto più di un milione di imprese rispondere a domande sull’andamento delle loro aziende nei mesi da giugno ad ottobre di quest’anno.

Dal report emerge che 73mila imprese, il 7,2% del totale che rappresenta il 4% dell’occupazione, hanno chiuso i battenti e, fra queste, almeno 17mila, l’1,7% del totale, 0,9% dell’occupazione, non sono in condizione di riaprire. Il 32,4% (21,1% degli occupati) ritiene a rischio la vita della propria impresa.

A fronte di un 68,9% di imprese rimaste in attività anche durante l’emergenza sanitaria, il 23,9% è aperto solo in parte, con orari, spazi e accesso della clientela ridotti.

Sono oltre i due terzi del totale (68,4%) le imprese italiane che, rispetto al periodo preso a riferimento (giugno-ottobre 2020), hanno enunciato una riduzione del fatturato in confronto all’anno precedente (il calo è stato tra il 10 e il 50 % per il 45,6%, mentre il 13,6%, dislocato per lo più nel Lazio e in Sicilia, Campania e Calabria, ha visto un calo degli incassi superiore al 50%).

Il 37,5% ha richiesto il sostegno pubblico per liquidità e credito, richiesta andata a buon fine nell’80% dei casi.

La generale flessione delle vendite registrata nel report Istat non tiene conto dei mesi di novembre e dicembre, che hanno visto nuove chiusure degli esercizi commerciali e di ristorazione nelle zone rosse e limitazioni di orario nelle altre.

Sono in crescita il Veneto, la provincia autonoma di Trenta e l’Abruzzo, registrano invece un calo Lazio e Sicilia.

Un qualche recupero rispetto alla primavera si registra invece nel comparto delle costruzioni,  con l’11,5% che dichiara una crescita e il 26,8% che registra una stabilità di fatturato.

Per l’industria farmaceutica le dinamiche restano positive, ma in leggera flessione rispetto alla primavera. Più elevata la flessione del fatturato nel settore metallurgico, mentre il commercio, soprattutto al dettaglio, si mantiene in linea di galleggiamento.

I settori che hanno subito la maggiore perdita di fatturato sono stati quelli inerenti i servizi alla persona, alle imprese o professionali. Molto colpiti anche i servizi ricettivi: il 43,5% delle imprese dichiara assenza di fatturato o una diminuzione superiore al 50%, il 43% dichiara un calo tra il 10 e il 50%. Lo stesso dicasi per la ristorazione, comparto nel quale il 26,7% degli operatori non registra fatturato o accusa riduzioni di oltre il 50%, il 56,3% dichiara perdite comprese tra il 10 e il 50%.


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