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Il digitale per valorizzare il patrimonio culturale: scuola, archivi, biblioteche e musei

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Quali sono i percorsi possibili per valorizzare il patrimonio culturale attraverso un “buon uso” del digitale all’interno di una didattica attiva? Quali le metodologie per renderli sempre più capillari e sistemici? Se ne è discusso in un recente convegno Indire

Pamela Giorgi

Il valore educativo del patrimonio culturale – inteso nella sua accezione più ampia, e sia esso analogico, digitalizzato o creato in digitale – e le modalità per valorizzarlo anche attraverso i nuovi strumenti digitali sono stati al centro di una tre giorni organizzata da Indire insieme ad alcuni partner esterni, dedicata alla Scuola e più precisamente, alle scuole facenti parte delle due reti ‘Avanguardie Educative’ [1]e ‘Piccole Scuole’[2].

Occasione di un fruttuoso momento di raccordo tra pensiero euristico e pratica didattica, le giornate “Conversare tra le carte in un mondo digitale: percorsi possibili tra scuola, archivi, biblioteche e musei”, hanno consentito di parlare di:

  • costruzione identitaria,
  • educazione alla cittadinanza,
  • promozione di apprendimento attivo,
  • dialogo inclusivo e interculturale[3].

Si è giunti così a rafforzare la percezione di patrimonio culturale quale risorsa strategica, che deve essere, pertanto, compresa sistematicamente nei processi di costruzione della conoscenza.

Si tratta di un obiettivo complesso che prevede necessariamente l’andare verso una governance integrata, una interoperatività dei sistemi, una interdisciplinarietà e continui scambi tra territorio, scuola e sistemi museali, archivistici, bibliotecari, patrimonio immateriale e paesaggi culturali.