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I borghi più belli d’Italia fanno rete per un turismo slow

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A Sambuca di Sicilia l’assemblea nazionale dei 345 comuni

C’è un’Italia bella e ancora tutta da scoprire che sta contribuendo in misura consistente al rilancio del settore turistico del Belpaese e che rappresenta un modo nuovo e diverso di viaggiare. E’ questo il messaggio lanciato nel corso della XXIII assemblea nazionale dei “Borghi più Belli” che si è aperta a Sambuca di Sicilia (Ag) alla presenza di sindaci e amministratori provenienti da 345 comuni italiani che fanno parte dell’associazione.

Piccole comunità resilienti in grado di rappresentare un argine allo spopolamento delle aree interne e di offrire al visitatore cultura e bellezza. Come ha sottolineato nel suo intervento il presidente nazionale dell’associazione Fiorello Primi. “La rete dei Borghi più belli d’Italia è nata nel 2001. L’associazione ha fatto passi da gigante nel miglioramento della qualità della vita dei residenti, nei sistemi di ospitalità e accoglienza, valorizzando aree interne e territori che altrimenti avrebbero avuto difficoltà a promuoversi e farsi conoscere”.
Un ruolo sottolineato anche dal consigliere d’amministrazione dell’Enit Sandro Pappalardo, che ha rimarcato il valore aggiunto rappresentato dai borghi italiani in quello che viene definito il “turismo esperienziale” rispetto alle città d’arte.
Pappalardo ha ricordato che il 19 aprile prossimo verrà rinnovato l’accordo tra l’Enit e l’Associazione finalizzato proprio alla promozione dei Borghi più belli d’Italia nei circuiti turistici internazionali. Un’altra intesa è stata stipulata con l’Unione delle Pro loco d’Italia, rappresentata dal presidente Antonino La Spina, per il “supporto alle amministrazioni locali nell’attività di animazione territoriale”.
L’assessore regionale ai Beni Culturali Francesco Paolo Scarpinato ha invece ricordato come l’associazione sia fortemente radicata in Sicilia, dove negli anni passati ben quattro comuni hanno conquistato il titolo di “Borgo più bello d’Italia”: Gangi, Petralia Soprana, Montalbano Elicona e Sambuca nel 2016. “Proprio in questi giorni – ha aggiunto – festeggiamo la designazione di Agrigento a Capitale italiana della Cultura nel 2025 e della vicina Menfi a Città Italiana del Vino 2023. E’ la vittoria di tutto un territorio che ha saputo raccontarsi come avvenuto proprio qui a Sambuca”.
Il riferimento è alla vendita delle case a 1 euro nel centro storico, che ha fatto registrare oltre un centinaio di acquisti da parte di stranieri, giunti da tutto il mondo, che hanno scelto il borgo dell’agrigentino per il loro “buen retiro”.
“L’Italia della bellezza e dei tesori nascosti riparte dal nostro borgo – ha commentato il sindaco di Sambuca Leo Ciaccio – per raccontare di obiettivi raggiunti e condividere uno sviluppo possibile, a misura d’uomo, e della lentezza quale valore per riappropriarsi di un territorio”. Non a caso il simbolo del paese è una lumaca che rappresenta proprio lo stile di vita “slow” dei Borghi.

 

fonte@ANSA