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Giovanni Buridano

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Filosofo (n. forse a Béthune, Artois, fine 13º sec. – m. dopo il 1358). Maestro della facoltà delle arti di Parigi e rettore (1328, poi ancora 1340) dell’università, occamista, autore di Summulae de dialectica (o Summa logicae), di commenti alla Fisica, alla Metafisica, all’Etica e alla Politica di Aristotele. Accoglie, in logica, il linguaggio della tradizione nominalista pur conservando un realismo di stampo più nettamente aristotelico. Assai più importante è la sua filosofia della natura, ove si libera della dottrina aristotelica relativa al moto dei gravi, che egli attribuisce all’impetus, forza motrice impressa a un corpo da chi lo ha lanciato; il moto così impresso dura finché non interviene un ostacolo a fermarlo (per questa dottrina del moto e dell’impetus, B. è stato indicato tra i precursori di Leonardo e di Galileo). n A proposito dell’aneddoto dell’asino di B. per cui un asino “Intra due cibi distanti e moventi D’un modo” (Dante, Par., IV, 1-2) morrebbe di fame per l’incapacità di determinare la scelta, va notato che esso non si trova negli scritti di B., né corrisponde alle sue idee relativamente alla libertà, dato che piuttosto egli oscilla tra il volontarismo e l’identificazione (aristotelico-averroistica) di intelletto e volontà. È probabile che la storia, derivata da un problema del De coelo (II, 295 b 31-34), sia nata nelle discussioni di scuola, ove è documentata.