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Delega Fiscale: Cervelli in Ritorno e la Nuova Frontiera delle Tasse

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Il testo finale del decreto legislativo sulla delega fiscale ha sollevato nuove prospettive nel panorama delle tasse italiane, con particolare attenzione al rientro dei cervelli. Il cuore della questione riguarda l’applicazione delle imposte per coloro che decidono di trasferire la residenza anagrafica in Italia entro la fine dell’anno in corso.

La novità principale è che gli sconti fiscali attualmente previsti per i lavoratori espatriati saranno mantenuti per coloro che decidono di rientrare entro il 31 dicembre. Tuttavia, la vera rivoluzione riguarda chi sceglie di trasferirsi successivamente: per loro sarà applicato un nuovo meccanismo che riduce del 50% il taglio di imposte quinquennale. Un taglio limitato a coloro che possono dimostrare una “elevata qualificazione o specializzazione” nel proprio curriculum, garantendo così benefici solo a chi possiede almeno una laurea triennale.

La notizia assume una rilevanza ancora maggiore quando si considera che il dimezzamento delle tasse si applicherà solo a chi decide di trasferirsi in Italia cambiando datore di lavoro, escludendo coloro che vengono richiamati dalla propria azienda. Questo aspetto solleva interrogativi sulle motivazioni dietro questa distinzione e pone l’attenzione sulle peculiarità delle nuove regole fiscali.

Una delle innovazioni chiave del decreto è la definizione precisa del gettito atteso dalla Global Minimum Tax, fissata al 15%. Si prevede un introito di 4,026 miliardi nei primi nove anni, che costituiranno la base per il “fondo per l’attuazione della delega fiscale”. Un passo significativo verso la concretizzazione degli accordi internazionali mirati a contrastare le strategie elusive delle multinazionali.

La versione rivista del decreto ha anche cercato di placare le preoccupazioni della comunità dei lavoratori espatriati annunciando che le nuove regole non si applicheranno a chi trasferisce la residenza entro la fine dell’anno. La clausola di salvaguardia, tuttavia, si attiverà solo con lo spostamento della residenza anagrafica, rendendo il processo più agevole rispetto a quello fiscale che richiede una permanenza di almeno 183 giorni.

Il cambiamento nelle regole per gli “impatriati” riflette una maggiore focalizzazione sul concetto di “cervelli”, mirando a sostenere le competenze qualificate. Tuttavia, è interessante notare che questa definizione esclude i calciatori dal beneficio fiscale, evidenziando una selezione più mirata nell’ambito delle professioni qualificate.