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CONFEDERCONTRIBUENTI E LEGALITA’ ORGANIZZATA PER LA RIFORMA DELLE PROCEDURE CONCORSUALI

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Carmelo Finocchiaro presidente nazionale di Confedercontribuenti e l’Avv. Roberto Catani, presidente nazionale dell’Associazione “Legalità Organizzata”, fondata dall’imprenditore-coraggio Pino Masciari,  invitano le forze politiche ad una riforma della legge fallimentare finalizzata ad escludere i creditori che abbiamo applicato usura, da qualunque ipotesi di voto all’interno delle procedure concorsuali.

Roma, 14 aprile 2016 –    Al fine di arginare gli impatti della crisi economica che sta polverizzando il tessuto imprenditoriale del nostro Paese, il Legislatore ha più volte riformato il R.D. 267/1942 (meglio noto come legge fallimentare), prevedendo nuove procedure di risoluzione della crisi, quali il piano di risanamento, gli accordi di ristrutturazione dei debiti, l’accordo di ristrutturazione con intermediari finanziari ed il concordato in continuità.

Sono tutti strumenti finalizzati alla continuità di impresa ed alla salvaguardia di posti di lavoro.

Tuttavia dette procedure prevedono una palese contraddizione, ovvero quella che nella conta delle maggioranze qualificate per  votare il mantenimento in vita (o per converso la morte) dell’impresa, siano ricompresi anche gli istituti di credito o creditori in genere che abbiamo applicato interessi ultralegali alle imprese in crisi.

Nel ventennale della legge 108/1996 (Legge Antiusura)  sarebbe un segno di grande civiltà giuridica e sociale che gli istituti di credito, i cui vi siano vertici amministrativi e dirigenti condannati per usura, siano esclusi dai diritti di voto nelle procedure concorsuali volte alla ristrutturazione e continuità aziendale”– commentano l’Avv. Roberto Catani e Carmelo Finocchiaro.

Si assiste spesso a procedure concorsuale in cui, a decidere le sorti di una impresa , sono propri quei soggetti che hanno contribuito in maniera rilevante alla situazione di default.

Invitiamo pertanto il Legislatore a predisporre coerenti strumenti di difesa delle continuità dell’impresa, nell’interesse dell’imprenditore e di tutti i creditori virtuosi, in conformità alle norme antiusura, e nel rispetto dei  valori espressi dall’art.41 della Costituzione”– concludono Catani e Finocchiaro.


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