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Via libera agli spostamenti tra Regioni dal 3 giugno

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AGI – Via libera agli spostamenti tra Regioni (tutte) dal 3 giugno. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Roberto Speranza, al termine della riunione dei capidelegazione che si è tenuta venerdì sera. “Il Decreto legge vigente prevede dal 3 spostamenti infraregionali. Al momento non ci sono ragioni per rivedere la programmata riapertura degli spostamenti. Monitoreremo ancora nelle prossime ore l’andamento della curva”. 

L’ultimo bollettino della Protezione civile, relativo alla giornata di ieri, ha visto In calo i nuovi contagi in Italia, scesi a 516 contro i 593 del giorno precedente. Di questi, 354 sono nella sola Lombardia, il 68,6% del totale. Gli italiani colpiti da Covid-19 dall’inizio dell’epidemia sono in tutto 232.248. In aumento i decessi, saliti da 70 a 87 per un totale che arriva a 33.229. I guariti in un giorno sono 152.844 in tutto.

Per effetto di questi dati, continua la diminuzione del numero dei malati attivi: 1.811 in meno oggi (ieri 2.980), per un totale che scende a 46.175. Sono i dati forniti dalla Protezione Civile nel bollettino quotidiano. 

Quanto alla mappa dei contagi, si fa sempre più macroscopica la differenza numerica dell’epidemia di Covid-19 tra le diverse aree della penisola: dei 516 nuovi casi registrati oggi, infatti, ben 448 si contano in sole tre Regioni: la Lombardia (354), seguita a distanza da Piemonte (56) ed Emilia Romagna (38). Tutto il resto d’Italia somma appena 68 nuovi casi.

Delle restanti Regioni, solo tre superano quota dieci casi: il Lazio (16), la Liguria (14) e la Campania (10). Tutte le altre sono sotto i 10, con ben 6 Regioni che fanno segnare “zero” alla casella dei nuovi contagi: Abruzzo, provincia di Bolzano, Umbria, Val d’Aosta, Calabria e Basilicata.

Per Ricciardi in Lombardia era meglio aspettare

“Il trend generale è sicuramente positivo, e stanno andando nella giusta direzione anche regioni come Liguria e Piemonte. I numeri della Lombardia inducono però ancora alla prudenza“. Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute e docente di Igiene alla Cattolica, in una intervista a “La Stampa” ribadisce che
“dove la circolazione del virus è ancora intensa bisogna essere prudenti, quindi per la Lombardia un po’ di attendismo non guasterebbe. Ma le mie sono considerazioni scientifiche, poi spetta alla politica decidere in base ad altre considerazioni sociali ed economiche”.

I nostri sistemi sanitari regionali sono pronti alla sfida delle tre T: tracciare, testare e trattare? “Diciamo che la situazione è molto eterogenea. Sulla prima T un po’ di ritardo c’è stato, perché il tracciamento deve essere sia tecnologico, e la app deve ancora partire, sia manuale. Sulla seconda T si è potenziato il fuoco dei test diagnostici, che viaggiano da tempo al ritmo di circa 70 mila al giorno. Sui trattamenti abbiamo fatto grandi passi avanti con le cure precoci. E poi sappiamo che dobbiamo riporre piu’ attenzione a diabetici, ipertesi, persone sovrappeso. In base alle nuove conoscenze stiamo imparando a convivere con il virus. Ma non dobbiamo abbassare la guardia“.

Quanto al ‘patentino di immunità richiesto dalla Sardegna, “di per sè è un’idea affascinante, ma non è attuabile – spiega Ricciardi – Se parliamo dei test diagnostici rapidi non hanno ancora dimostrato di poter rilevare con sicurezza la presenza del virus nell’organismo. Riguardo i test sierologici invece non sappiamo se gli anticorpi siano effettivamente neutralizzanti e quanto eventualmente possa durare la loro azione protettiva”. Rischio di una seconda ondata in autunno? “Solitamente accade per tutti i virus che colpiscono le vie respiratorie. Per questo non dobbiamo farci cogliere impreparati”. 

Vedi: Via libera agli spostamenti tra Regioni dal 3 giugno
Fonte: cronaca agi


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