Type to search

Tragedia funivia: Comune Stresa chiede dissequestro impianto

Share

Chi è il proprietario della Funivia del Mottarone, o di quello che ne resta? Il tema, emerso fin da subito tre anni fa dopo il drammatico incidente del 23 maggio 2021 costato la vita a 14 persone, torna a riproporsi a margine del processo in corso, per il quale il prossimo 21 maggio riprenderà l’udienza preliminare. Infatti, il Comune di Stresa, parte civile nel procedimento, ha chiesto martedì scorso al termine della quarta giornata di udienza il dissequestro dell’impianto al quale dal giorno dell’incidente la procura ha apposto i sigilli. L’istanza è stata presentata dall’avvocato Riccardo Tacca dello studio Corica di Novara, che rappresenta il Comune di Stresa nel procedimento. Il dissequestro dovrebbe rendere possibile i necessari sopralluoghi e interventi da parte di Monterosa 2000, la società partecipata dalla Regione, incaricata di redigere il progetto di recupero della funivia, finanziato per 15 milioni in base a un protocollo sottoscritto a Baveno dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, la ministra del Turismo Daniela Santanchè e la sindaca di Stresa Marcella Severino. Della questione della proprietà della funivia si era cominciato a parlare subito dopo l’incidente. Durante un intervento in Consiglio regionale, nei giorni successivi, Andrea Tronzano, assessore al Bilancio della Regione, aveva detto che la proprietà della funivia era stata trasferita dalla Regione al Comune di Stresa nel 1997, sulla base della legge regionale n.15, ma che la trascrizione nei registri catastali non è mai stata finalizzata “a causa di alcuni contenziosi”. Per la Regione il trasferimento è avvenuto. Per il Comune di Stresa invece – come ricordava la sindaca Severino a febbraio a margine di una delle giornate dell’udienza preliminare, l’impianto del Mottarone “al momento è ancora della Regione Piemonte, perché ai tempi non sono stati fatti tutti i passaggi necessari al trasferimento della proprietà”. L’impianto era comunque nella disponibilità del Comune, tant’è che è stato il Comune a darlo in concessione alla società di Luigi Nerini, e tant’è che oggi è il Comune, tramite il suo avvocato a chiederne il dissequestro. Ma è evidente che la questione della titolarità vada risolta anche e soprattutto per i prossimi passaggi dell’operazione di ristrutturazione. (AGI)
NO2/RED