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Secondo la Commissione l'Italia rischia di dover restituire i fondi sulla Tav

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“Non possiamo escludere che, in caso di ritardi prolungati” dei lavori della Tav Torino-Lione “dovremo chiedere all’Italia di restituire i contributi già versati” dall’Ue per cofinanziare l’opera. Lo ribadisce un portavoce della Commissione Europea. Fonti Ue fanno inoltre notare che un’analisi costi-benefici sulla Torino-Lione esiste già, in quanto è obbligatoria per un progetto della portata della Tav. L’analisi era stata redatta da esperti interni ed esterni, venne presentata nel 2015 da Francia e Italia e la valutazione era stata favorevole.

Per la Tav sono stati approvati cofinanziamenti per 813,8 mln di euro; se i ritardi dell’opera, che già ci sono a causa del blocco dei cantieri, si protrarranno, c’è il rischio che i fondi che non si riesce ad impiegare in Italia vengano riallocati ad altri progetti della rete Ten-T, fuori dal nostro Paese. Il Grant Agreement, l’accordo di finanziamento, può anche essere rivisto, ma occorre che il governo prenda una decisione: a giugno ci sarà una valutazione di tutti i progetti Cef (Connecting Europe Facility) e, se l’Italia non vuole perdere i fondi, è necessario che una decisione venga prima di quella scadenza.

“Analisi costi benefici su #Tav è stata decisa da un Governo sovrano che vuole spendere al meglio i fondi pubblici. Ue stia tranquilla, tra pochi giorni avrà, come da accordi, tutta la documentazione”: lo scrive su Twitter il ministro per le Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli.

Vedi: Secondo la Commissione l'Italia rischia di dover restituire i fondi sulla Tav
Fonte: estero agi


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