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Parmenide. Piena congruenza tra essere, pensiero e linguaggio: impossibilità dell’errore

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di Gianni De Iuliis

«Bisogna che il dire e il pensare sia l’essere: è dato infatti essere, mentre nulla non è; che è quanto ti ho costretto ad ammettere. Da questa prima via di ricerca infatti ti allontano, eppoi inoltre da quella per la quale mortali che nulla sanno vanno errando, gente dalla doppia testa. Perché è l’incapacità che nel loro petto dirige l’errante mente; essi vengon trascinati insieme sordi e ciechi, istupiditi, gente che non sa decidersi, da cui l’essere e il non essere sono ritenuti identici e non identici, per cui di tutte le cose reversibile è il cammino».

(Parmenide)

Solo l’essere esiste, mentre il non essere non esiste e non può essere né pensato né espresso: il pensiero e il linguaggio si riferiscono solo all’essere.

Secondo la mentalità arcaica, di cui Parmenide esprime una sintesi con la sua filosofia, esiste assoluta identità tra pensiero, linguaggio ed esistenza. Pertanto la conoscenza è un processo per cui il pensiero si adegua naturalmente all’essere, escludendo l’errore.

Se cioè si dice qualcosa di sbagliato è perché abbiamo pensato a qualcosa di sbagliato. Ma pensare a qualcosa di sbagliato significa pensare a ciò che non è, a ciò che non esiste. Ma è impossibile pensare a qualcosa che non è, quindi l’errore è altrettanto impossibile.

(35 continua)