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Il centrodestra lancia Berlusconi. Ma resta il nodo dei numeri

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AGI – Silvio Berlusconi ha formalmente ottenuto l’impegno di tutti i leader dei partiti di centrodestra a sostenerlo in una sua eventuale corsa al Colle. Eventuale perché, seppur il Cavaliere appaia molto determinato in vista della partita che si apre il 24 gennaio, non c’è ancora l’ufficializzazione della sua candidatura ma solo l’esortazione di Lega, Fratelli d’Italia e dei centristi di Coraggio Italia, Noi con l’Italia e Udc a “sciogliere la riserva”.

“Se voi mi sostenete io vado avanti”, ha detto il presidente di Forza Italia, nel vertice di Villa Grande. Ottenendo in cambio il via libera degli alleati, che hanno controfirmato un documento congiunto in cui si dichiarava “l’unità di intenti” della coalizione, si professava il “diritto-dovere di proporre una candidatura”, e si conveniva che Berlusconi “sia la figura adatta a ricoprire in questo frangente difficile l’alta carica con l’autorevolezza e l’esperienza che il Paese merita e che gli italiani si attendono”.

Scouting fra i grandi elettori

Al Cavaliere serviva questo impegno formale degli alleati per fugare i dubbi sul sostegno leale degli altri partiti della coalizione, che, alimentati dalle ricostruzioni di stampa, stavano rappresentando un ostacolo alla sua ricerca di appoggio tra i parlamentari e delegati di altri partiti. Nella sua prospettiva, Berlusconi riesce così a ‘guadagnare’ dieci giorni, altro tempo prezioso per lo ‘scouting’ tra i ‘grandi elettori’. Garanzie su voti e numeri sono state sollecitate, durante il vertice, sia da Matteo Salvini che da Giorgia Meloni, e si è deciso che queste operazioni di verifica saranno d’ora in poi affidate a un ‘comitato permanente’ composto dai capigruppo dei diversi partiti.

Legge elettorale

I partiti del centrodestra si sono invece divisi sulla legge elettorale, con Luigi Brugnaro di Coraggio Italia che, dopo una discussione con il vice presidente del Senato di FdI Ignazio La Russa, si è rifiutato di firmare il documento in cui tutti gli altri leader – oltre a Berlusconi, Salvini, Meloni, Maurizio Lupi e Lorenzo Cesa – si sono impegnati a “non cambiare” la legge elettorale. Ieri l’altro, in una riunione alla Camera,  il gruppo di CI aveva chiesto alla coalizione di impegnarsi per una riforma del sistema di voto in senso proporzionale. 

Berlusconi è apparso “molto istituzionale, meno scherzoso e baldanzoso” agli occhi di un big della coalizione che ha consuetudine ultra-decennale di pranzi di lavoro con il Cavaliere. Parmigiana di melanzane, branzino al forno, calamari alla griglia e carciofi, il clima al tavolo è stato descritto come “sinceramente cordiale” in una nota fatta trapelare dalla Lega.

Percorso comune

“Nel confermare il reciproco rispetto per le diverse scelte in ordine al governo Draghi, i leader della coalizione concordano sulla necessità di un percorso comune e coerente, che va dalla scelta del nuovo capo dello Stato alle prossime elezioni politiche, valorizzando anche le occasioni di convergenza parlamentare sui contenuti che da sempre sono patrimonio comune della coalizione”. si è precisato nella nota congiunta diffusa al termine del vertice. “La figura del nuovo presidente della Repubblica deve garantire l’autorevolezza, l’equilibrio, il prestigio internazionale di chi ha la responsabilità di rappresentare l’unità della nazione.

Alla luce di queste considerazioni il centrodestra, che rappresenta la maggioranza relativa nell’assemblea chiamata a eleggere il nuovo capo dello Stato, ha il diritto e il dovere di proporre la candidatura al massimo vertice delle istituzioni – si è ribadito -. I leader della coalizione hanno convenuto che Silvio Berlusconi sia la figura adatta a ricoprire in questo frangente difficile l’alta carica con l’autorevolezza e l’esperienza che il Paese merita e che gli italiani si attendono. Gli chiedono pertanto di sciogliere in senso favorevole la riserva fin qui mantenuta. Su questa indicazione, le forze politiche del centro-destra lavoreranno per trovare le più ampie convergenze in Parlamento e chiedono altresì ai presidenti di Camera e Senato di assumere tutte le iniziative atte a garantire per tutti i 1009 grandi elettori l’esercizio del diritto costituzionale al voto”.

Squadra compatta

Il centrodestra è “una squadra compatta”, ha commentato Salvini, al termine della riunione, e “deve esserlo dall’inizio alla fine” di questa partita, “qualunque cosa accada”. Durante il vertice, il segretario leghista ha chiesto esplicitamente a Berlusconi di sciogliere la riserva in merito alla sua candidatura e di dare rassicurazioni su numeri e soprattutto nomi dei grandi elettori che dovrebbero sostenerlo, specialmente al di fuori del centrodestra, hanno fatto trapelare dalla segreteria leghista.

L’ex ministro dell’Interno si è presentato a Villa Grande con il dettaglio storico dell’elezione degli ultimi presidenti della Repubblica, da Oscar Luigi Scalfaro a Sergio Mattarella, per ribadire quanti voti hanno preso e in quale votazione: un modo – si è commentato – per evidenziare la delicatezza della partita e i numeri necessari per portare a casa il risultato. Salvini ha anche confidato di essere in contatto da tempo con tutti i leader con l’ambizione di “svelenire il clima”. Per la Lega, Mario Draghi deve continuare a fare il premier, ha poi tenuto a precisare.

Source: agi


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