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Nel Palazzo Reale di Federico II

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Nella dimora che fu di Federico II si torna a stupire con arte e scienza fuse insieme per dare al visitatore un’esperienza unica. E’ questo il senso di “150-93 VIII”, l’installazione site-specific di Edoardo Dionea Cicconi, inaugurata ieri, al centro del cortile Maqueda di Palazzo Reale a Palermo. Un prisma ottagonale figura ricorrente nella cultura federiciana e già presente in quella arabo-normanna che manifesta due identità tra giorno e notte: al crepuscolo la metamorfosi. Nelle ore diurne, l’opera assorbe il sole creando un gioco di specchi. Col buio gli specchi si dissolvono nella trasparenza. Illuminandosi di notte, le grandi lastre ricreano l’effetto dell’aurora boreale.
Edoardo Dionea Cicconi è il protagonista di “Pionieri della Cultura #2”, i laboratori della Fondazione Federico II con studiosi e artisti, impegnati nella salvaguardia della cultura dal rischio estinzione. L’opera dell’artista è il frutto di questa iniziativa. Il titolo “150-93 VIII” rappresenta il codice che richiama la distanza tra le Terra e il Sole, ovvero 150 milioni di chilometri e 93 milioni di miglia; se questa distanza cambiasse di poco, farebbe saltare l’equilibrio probabilmente distruggendo la vita del nostro pianeta. L’impatto che ha il Sole sulla terra è gigantesco: origina le tempeste solari e alcune parti di plasma, che arrivano attraverso i campi magnetici sulla terra, creano uno sbalzo atomico e generano dei colori nel cielo, la “luce polare”. La luce solare e i movimenti della Terra determinano le stagioni, il giorno e la notte e una miriade di reazioni a catena che hanno un impatto quotidiano sulle nostre vite. Le lastre che compongono la scultura sono opache e specchianti durante il giorno, come degli scudi. Riflettono con i loro specchi tutto lo spazio circostante, dialogando con esso. Di notte, avviene la trasformazione e le lastre iniziano a dissolversi, fino a diventare trasparenti. Prima delimitavano lo spazio come scudi, ora acquistano un significato di apertura e diventano dimora dell’accoglienza. La scultura ingloba in sé un multiplo ottagonale, lo spazio viene costruito seguendo una sequenza geometrica precisa. Questo viene sviluppato successivamente attraverso la sezione aurea.

In collaborazione con:
Fondazione Federico II