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Medici senza Frontiere: a difesa della dignità umana

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 di Fausto Fareri

Quando Bernard Kouchner, attuale ministro sotto Macron, da giovane e brillante medico si prodiga in Biafra in una delle congiunture più difficili del post-‘68 nel Continente africano, è il 1971, anno di svolta perché accanto alla Croce Rossa, nasce una grande ONG, nel cui statuto si sancisce una finalità essenziale: assicurare soccorso sanitario ed assistenza medica nelle zone del Pianeta dove non vi sono condizioni oggettive per garantire il diritto alla salute e denunciare violazioni di diritti insopprimibili.

Sollecitati da queste motivanti azioni di volontariato, il gruppo fondatore , tra medici e giornalisti, ha aperto la strada ad un lungo cammino di successi, grazie ad un programma di finanziamenti che negli anni si è consolidato, tra donazioni private e aziendali, su un budget di 1, 63 milioni di dollari.

Medici senza Frontiere” rappresenta l’agente non governativo efficiente a livello globale, si pensi ad eventi sismici, altre calamità o zone di guerra permanente ( aree critiche quali Afghanistan, Iraq ) e mette in campo professionalità integrate anche a livello logistico, profilassi igienica, ingegneri, per la realizzazione di strutture sanitarie di supporto per mitigare l’impatto di grandi pandemie o situazioni di criticità per bombardamenti civili, denutrizione, epidemie neonatali e non, campagne di vaccinazione, informazione, prevenzione, cura di malattie tropicali, antagonismo alla diffusione di nuova TBC e HIV/Aids.

MSF agisce in ottica di emergenza umanitaria e garantisce un modello duttile ed integrato di “ attivazione consapevole” , figlia del grande movimento di partecipazione sociale del’68 e del terzomondismo. Lungo percorso che incontra oggi la pandemia in quei Paesi dove le fragilità di carestie, scontri etnici e riassetto istituzionale non permettono agli esseri umani una difesa efficace dei diritti della Carta delle Nazioni Unite, segnatamente art. 25, che positivizza il principio di dignità umana nel contesto sociale, abitativo, sanitario.

Non sovrapponendosi ad altre organizzazioni , ha dettato uno stile di intervento e mobilitazione, sia nelle emergenze migranti, dal 2015 ad oggi salvando ben 80.000 persone grazie a navi appoggio (da ultimo la Ocean Viking) e con un team integrato a bordo.

Nella presente situazione pandemica, la professionalità ed abnegazione degli attivisti di MSF si è contraddistinta nel lodigiano e nelle RSA delle Marche, per supportare i team sanitari con una visione integrata delle ricadute sistemiche per i degenti.

Tra i suoi più emeriti esponenti l’italiano Carlo Urbani, sacrificatosi nella lotta conto la Sars ( Sindrome Acuta Respiratoria Grave), morto sul campo , presidente sezione MSF Italia dal 1999 alla morte (2003).


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