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L’industria dei matrimoni in crisi: "Il governo ci ha dimenticato"

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AGI – Da cento a zero nel giro di un anno: l’agenda delle prenotazioni di una delle più famose sale ricevimenti salentine, quella gestita dalla famiglia Pastore a Gallipoli, nel Salento, è vuota. Lo è a causa della pandemia e, come dicono all’AGI i proprietari, “per una incredibile dimenticanza del governo”. La struttura salentina è una delle tante che in Puglia corroborano un settore che, almeno fino alla comparsa delle crisi sanitaria globale, era in forte ascesa, potendo anche contare su un numero crescente di estimatori nel mondo. Il wedding pugliese, con i suoi 110mila addetti, prima del Covid sviluppava un fatturato complessivo annuo stimato in un miliardo di euro  secondo quanto attesta Assoeventi-Confindustria.

“Siamo in ginocchio”

“Siamo letteralmente in ginocchio ma, quel che è peggio, non si sa quando potremo ripartire, al contrario di quanto accade per molti altri settori, da quello balneare alla ristorazione, per i quali vi sono già delle date”, spiegano gli imprenditori Roberto e Paolo Pastore, che nella città salentina, oltre alla sala ricevimenti, gestiscono anche una famosa discoteca. “In dieci anni di attività – spiega Roberto Pastore – abbiamo organizzato più di mille matrimoni, dando lavoro a una cinquantina di persone, senza contare le feste di compleanno, di laurea e tanti altri eventi. Tutte le prenotazioni per il mese di maggio stanno saltando e saranno cancellate probabilmente anche quelle di giugno, mentre molte cerimonie sono state rinviate a data da destinarsi a causa della grande incertezza che regna in questo settore. Abbiamo una struttura di 10mila metri quadrati – afferma ancora Roberto Pastore – con un grande parco per banchetti e feste all’esterno, un anfiteatro per 200 persone, ma è tutto chiuso senza che vi sia una prospettiva di ripartenza”.

Michele Boccardi, presidente nazionale di Assoeventi, articolazione di Confindustria che aggrega imprese organizzatrici di eventi civili, religiosi e professionali, feste e cerimonie, pure lui pugliese, si è detto assai preoccupato per il fatto che il premier Mario Draghi non abbia indicato il wedding tra i settori che potranno rimettersi in moto nelle prossime settimane.

“Mentre noi aspettiamo all’estero si organizzano”

“Mentre noi aspettiamo, Spagna, Croazia e Grecia si organizzano accumulando un vantaggio che difficilmente potrà essere colmato se continueremo a tentennare”, rimarca Roberto Pastore. “Il nostro è un territorio attrattivo – insiste l’imprenditore salentino – tant’è che abbiamo ospitato matrimoni di coppie provenienti da tutto il mondo. Poi il nulla all’improvviso”.

La Puglia, come ha spiegato Michele Boccardi nei giorni scorsi, insieme ad altre regioni italiane, tra cui Sicilia e Toscana, si è ritagliata un ruolo importante nel cosiddetto destination wedding, fenomeno che ha spinto, in questi ultimi anni, sempre più coppie a scegliere un paese straniero come location per il loro matrimonio. Basti ricordare la sfarzosa cerimonia nuziale organizzata nel settembre del 2014 a Fasano, nel Brindisino, da Ritika Agarwal, terzogenita del milionario indiano Pramod Agarwal, e Rohan Ketha, erede del fondatore della casa di moda Mexx. Prima di loro, nel 2012, avevano scelto il Salento per la loro cerimonia nuziale anche il cantautore Justin Timberlake e l’attrice Jessica Biel.

“Siamo pronti ad applicare il protocollo dello scorso anno – afferma Roberto Pastore – ma ci devono dire quando potremo riaprire, non possiamo più aspettare. Noi siamo solo una parte di un settore che sta morendo e che comprende tante figure professionali. Wedding planner, musicisti, fotografi, acconciatori, stilisti, fiorai appartengono tutti a un comparto vitale per l’economia. Questo è un grido d’allarme – conclude Roberto Pastore – rivolto a chi ha in mano il nostro destino”.

Source: agi


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