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Le riforme collegate al Pnrr. Dopo tanto tuonare piovve 

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La parola chiave dei Recovery Plan di tutti i Paesi europei è “riforme”. Un punto su cui Bruxelles ha insistito dal primo momento. Quelle previste dal Piano nazionale ripresa e resilienza di Draghi riguardano Pubblica amministrazione, giustizia, semplificazioni, concorrenza e fisco. Si parte con il decreto Semplificazioni

di Antonino Gulisano

La Commissione europea ha erogato i primi 24,9 miliardi all’Italia: si tratta della quota di prefinanziamento del Recovery, pari al 13% delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

La parola chiave dei Recovery Plan di tutti i Paesi europei è “riforme”. Un punto su cui Bruxelles ha insistito dal primo momento. Quelle previste dal Piano nazionale ripresa e resilienza di Draghi riguardano Pubblica amministrazione, giustizia, semplificazioni, concorrenza e fisco. Si parte con il decreto Semplificazioni.

Sul capitolo ‘riforme’ Bruxelles è stata chiara da subito: affinché il Recovery Plan venga approvato serve chiarezza. Le riforme, quindi, non di massima, soltanto vaghe, non dovrebbero essere sintetizzate in poche parole, ma occorre indicarle nel dettaglio prevedendo una tabella di obiettivi, strumenti e risultati previsti e infine un cronoprogramma per ogni decreto o provvedimento attuativo legato alle riforme.

Con il primo bando di assunzione di 500 professionisti, si dà inizio all’attuazione della  Riforma della Pubblica amministrazione nel quadro del Pnrr.

Scopo della riforma della Pubblica amministrazione è “di rispondere in modo efficiente ed efficace” all’eccesso ed all’inefficienza della burocrazia italiana , su cui “incidono diversi fattori”, come ha sottolineato Draghi alla Camera; “Tra questi: la stratificazione normativa, la limitata e diseguale digitalizzazione, lo scarso investimento nel capitale umano dei dipendenti, l’assenza di ricambio generazionale e di aggiornamento delle competenze”.

Il tema è dunque quello della stratificazione normativa e della bassa digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche, sia a livello centrale che locale.

La riforma, quindi, seguirà i seguenti criteri:

  • A come Accesso. Il focus è sui concorsi e le assunzioni pubbliche,  andando incontro a un quadro di riforme a largo spettro delle regole di reclutamento dei dipendenti pubblici e prevedendo la creazione di una piattaforma unica di reclutamento e l’adozione di un HR Management Toolkit;
  • B come Buona amministrazione. Il focus è sulle semplificazioni e l’obiettivo finale è eliminare i vincoli burocratici e rendere più efficace ed efficiente l’azione amministrativa. Prevista l’istituzione di una task force semplificazione, digitalizzazione e monitoraggio;
  • C come Competenze: se il miglioramento dei percorsi di selezione e reclutamento è un passo importante per acquisire competenze, per produrre effetti durevoli va associato a una gestione “per competenze” e percorsi seri e strutturali di qualificazione e riqualificazione del personale. Si prevede quindi l’investimento in corsi di formazione, voucher formativi e comunità di pratiche;
  • D come Digitalizzazione, quale strumento trasversale per meglio realizzare queste riforme.

Altrettanto pressante è la riforma della giustizia, che avrà il compito di aumentarne l’efficienza agendo sull’eccessiva durata dei processi e sul peso degli arretrati giudiziari.

“La riforma della giustizia affronta i nodi strutturali del processo civile e penale. Nonostante i progressi degli ultimi anni, permangono ritardi eccessivi. In media sono necessari oltre 500 giorni per concludere un procedimento civile in primo grado, a fronte dei circa 200 in Germania”, ha evidenziato il premier.

La riforma opera principalmente attraverso due leve:

  • Digitalizzazione e riorganizzazione:
    • Assunzioni mirate e temporanee per eliminare il carico di arretrati e casi pendenti e per la completa digitalizzazione degli archivi;
    • Rafforzamento dell’Ufficio del Processo.
  • Revisione del quadro normativo e procedurale:
    • Aumento del ricorso a procedure di mediazione “alternative dispute resolution procedures”;
    • Interventi di semplificazione sui diversi gradi del processo.

“L’obiettivo finale che ci proponiamo è ambizioso, ridurre i tempi dei processi del 40% per il settore civile e almeno del 25% per il penale. Tutti noi vogliamo un sistema giudiziario strutturalmente più efficiente”, chiosa Draghi.

Le altre riforme previste dal Recovery Plan sono orizzontali rispetto alle 6 Missioni in cui è articolato il Piano e sono destinate a garantire l’attuazione e il massimo impatto degli investimenti.

Fra queste Riforme abilitanti sono incluse le semplificazioni, decisive soprattutto per gli investimenti infrastrutturali, come quella per la concessione di permessi e autorizzazioni, oltre agli interventi sul codice degli appalti.

Gli interventi di semplificazione più urgenti, a partire da quelli strumentali alla realizzazione dei progetti finanziati nell’ambito del Pnrr, saranno adottati attraverso un decreto-legge che sarà approvato dal Consiglio dei ministri entro maggio e convertito in legge entro metà luglio, si legge nel testo del Pnrr. Gli altri interventi saranno realizzati attraverso leggi ordinarie, leggi di delegazione legislativa e relativi decreti delegati, da approvare entro il 2021.

“Il Piano vuole impegnare Governo e Parlamento a una continuativa e sistematica opera di abrogazione e modifica delle norme che frenano la concorrenza, creano rendite di posizione e incidono negativamente sul benessere dei cittadini”, ha spiegato Draghi, “Questi principi sono essenziali per la buona riuscita del Piano: dobbiamo impedire che i fondi che ci accingiamo a investire finiscano soltanto ai monopolisti”.

A tal fine “assume un ruolo cruciale la legge annuale sulla concorrenza, prevista nell’ordinamento nazionale dal 2009 ma realizzata solo una volta nel 2017. Intendiamo varare norme volte ad agevolare l’attività d’impresa in settori strategici come le reti digitali e l’energia. Alcune di queste norme sono già individuate nel Piano, ad esempio il completamento degli obblighi di gara per i regimi concessori oppure la semplificazione delle autorizzazioni per la realizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti.