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La tela di Erdogan, Putin-Zelensky presto in Turchia

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“Turchia e Ucraina si incontrino il prima possibile”. Parole pronunciate oggi dal ministro degli Esteri turco Hakan Fidan che ribadiscono il pressing di Ankara per porre fine al conflitto tra Mosca e Kıev. La data dell’incontro e’ fissata al prossimo giovedi 15 maggio. Ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva definito il proprio Paese “pronto ad ospitare il negoziato” e la prospettiva di una trattativa “un’opportunita’ storica”. Parole che hanno preceduto l’intervento del presidente americano Donald Trump, che ha chiesto al collega ucraino Volodymyr Zelensky di sedersi al tavolo di Istanbul. Un invito poi accolto positivamente dal leader ucraino, che pero’ chiede un cessate il fuoco di 30 giorni.
Il leader turco ha continuato ad agire in equilibrio tra Mosca e Kiev e in una telefonata di ieri con il Cremlino ha invitato il collega russo Vladimir Putin a dare il via libera a un cessate il fuoco “che metterebbe le basi per la pace. La ripresa dei negoziati piu’ che una vittoria di Erdogan, che a lungo aveva insistito per una trattativa, e’ in realta’ il risultato delle pressioni americane su Zelensky e di un’apertura arrivata da Putin. Quest’ultimo ha proposto Istanbul come la sede di colloqui diretti tra russi e ucraini. Erdogan ha raccolto la palla al balzo e fissato gli obiettivi: cessate il fuoco e pace permanente. Giovedì potrebbe essere una data fondamentale per la pace, ma anche una passerella per Erdogan, che in una trattativa ci ha sempre creduto.
Il 10 marzo 2022, con la guerra iniziata da meno di un mese, la diplomazia turca riusci’ a portare ad Antalya i ministri degli Esteri di Russia e Ucraina. A fine marzo dello stesso un nuovo vertice, stavolta a Istanbul, mise faccia a faccia delegazioni dei due Paesi. La pace sembrava a un passo, ma l’accordo salto’. Le stragi perpetrate dai russi a Buca e Irpin imposero uno stop a qualsiasi dialogo di pace. Le trattative si concentrarono su un accordo per far passare il grano ucraino attraverso il Mar Nero. Accordo raggiunto a fine luglio 2022 e naufragato un anno dopo per volere di Mosca. Si calcola che 32 milioni di metri cubi di cibo siano salpati dai porti ucraini prima della fine di un’intesa che ha rappresentato il solo successo dell’opera diplomatica turca, fino ad ora.
Giovedì sono attesi nuovi sviluppi. Un eventuale accordo significherebbe non solo la fine del conflitto, ma anche una vittoria per Erdogan. Il leader turco e’ stato in Italia lo scorso 29 aprile. Un vertice intergovernativo, in cui l’Ucraina ha avuto un posto in agenda nel dialogo con il premier Meloni, ma soprattutto tra i ministri degli Esteri Hakan Fidan e Antonio Tajani. Erdogan ha ribadito l’impegno per la pace riscuotendo il sostegno dell’Italia. A mettere le basi all’accordo sono stati senza dubbio l’apertura di Putin e il cambio di rotta del presidente americano Donald Trump; tuttavia la Turchia ha avuto la capacita’ di mantenere un equilibrio tra Mosca e Kiev e di presentarsi come mediatore affidabile per entrambe le parti del conflitto. (AGI)
TUY/MGM