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Ue: stop smartphone, sì 11 Paesi a proposta Italia

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Sono 11 i Paesi che sostengono l’Italia sulla proposta del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, presentata oggi nel corso del Consiglio Istruzione, per una raccomandazione della Commissione europea che scoraggi l’uso degli smartphone nelle scuole primarie e secondarie di primo grado dell’Unione europea. “La Francia sostiene questa iniziativa italiana. A partire dal 2018, abbiamo deciso di vietare l’uso dei telefoni cellulari nelle nostre scuole e istituti” per migliorare “il clima scolastico, rafforzare la sicurezza degli studenti e combattere il cyberbullismo e promuovere una migliore cittadinanza digitale”, ha dichiarato nel corso della sessione pubblica Elisabeth Borne, ministra dell’Educazione francese, ex premier.
A favore anche la Svezia. “Gli smartphone nelle scuole sono un problema comune che va oltre le frontiere, e credo che sia pertinente poterlo evidenziare oggi. Esiste chiaramente un collegamento diretto tra il declino delle conoscenze degli studenti svedesi e il loro utilizzo dei telefoni cellulari”, ha sottolineato la ministra per la Scuola svedese, Lotta Edholm. A sottolineare “l’effetto negativo” degli smartphone anche l’Ungheria, mentre Cipro ha chiesto di “continuare il dialogo per uno scambio di buone pratiche e competenze politiche finalizzate al corretto uso della tecnologia in ambito educativo”.
Nel corso della sessione pubblica del Consiglio Istruzione sono intervenuti a favore anche il Belgio e il Lussemburgo, che hanno annunciato di avere misure simili a quelle italiane a livello nazionale. Anche Lituania e Grecia, infine, hanno appoggiato pubblicamente la proposta italiana. “Un approccio europeo comune a questo problema non solo rafforzerebbe i nostri sforzi attuali, ma fornirebbe anche una guida chiara per scuole, insegnanti e famiglie”, ha dichiarato la ministra dell’Istruzione lituana, Raminta Popoviene. “A partire da settembre 2024, la Grecia ha compiuto un passo avanti introducendo il divieto di utilizzare i telefoni cellulari a scuola, tranne che per motivi di salute documentati. Si è trattato di una politica lungimirante”, ha invece dichiarato la ministra dell’Istruzione greca, Sofia Zacharaki. Agli interventi a favore si aggiungono Austria e Slovacchia, che hanno cofirmato la proposta, mentre nessun Paese si è espresso in senso contrario.
“E’ un tema che tocca tutti in tutti i nostri Paesi e che offre diverse soluzioni, ma sappiamo tutti che i nostri Stati membri e l’Ue devono adottare politiche per prevenire il cyberbullismo e la dipendenza dai cellulari tra i ragazzi, e adottare politiche intelligenti che, da un lato, offrano ai giovani tutti gli strumenti utili offerti dalle nuove tecnologie, dalle app e dai cellulari, e dall’altro funzionino per loro, a loro vantaggio”, ha spiegato in conferenza stampa la ministra dell’Istruzione della Polonia (presidenza di turno dell’Ue), Barbara Nowacka.
La commissaria europea per i Diritti sociali e le competenze, Roxana Minzatu, si è impegnata a portare avanti l’iniziativa. (AGI)
BXP/BRA