Type to search

Israele lascia Al-Shifa; ‘scia di distruzione’

Share

Dopo due settimane di operazione militare l’esercito israeliano si è ritirato dall’ospedale Al Shifa di Gaza: una operazione che secondo i residenti citati da diversi media internazionali ha lasciato una “scia di distruzione e cadaveri”. I combattimenti hanno continuato a infuriare a Gaza dove almeno 60 persone sono morte nella notte, secondo il Ministero della Sanità di Hamas. Fonti palestinesi aggiungono che mentre tutti i reparti dell’ospedale non sono più operative a causa dell’attività dell’esercito, alcuni pazienti rimangono sul posto, mentre decine di pazienti sono stati evacuati all’ospedale arabo Al-Ahli di Gaza City. I servizi di soccorso di Hamas riferiscono che sul posto sono stati trovati circa 300 corpi. Mahmoud Bassel, un membro del servizio di soccorso della Difesa Civile di Gaza, ha detto alla CNN che la situazione ad Al-Shifa è “terribile”. Bassel ha osservato che l’ospedale è stato “completamente distrutto e bruciato, e molti dei suoi edifici sono stati demoliti”.
L’operazione militare israeliana iniziata il 18 marzo nell’ospedale Al Shifa, il più grande di Gaza, ha provocato il caos e dopo il ritiro dei militari, le immagini scattate da un giornalista dell’AFP mostrano edifici distrutti e macerie. Israele ha annunciato il ritiro delle sue truppe dall’ospedale dopo aver “portato a termine” la sua missione. Nel corso delle operazioni l’esercito ha affermato di aver ucciso circa 200 combattenti. La polizia israeliana ha anche riferito di aver arrestato Sabah Salam Haniyeh, sorella del capo di Hamas Ismail Haniyeh, nell’ambito di un’indagine antiterrorismo. La donna, 57 anni, è di nazionalità israeliana e vive a Tel Sheva, nel sud del Paese.
Il Ministero della Sanità di Gaza ha riferito che dopo il ritiro delle truppe israeliane sono stati trovate “decine” di corpi nel complesso, alcuni dei quali in stato di decomposizione. Un medico ha detto all’AFP che più di 20 corpi sono stati recuperati e alcuni sono stati schiacciati dai veicoli militari durante la ritirata. Israele aveva già lanciato un’operazione contro l’ospedale di Al-Shifa sostenendo che fosse utilizzato da Hamas come centro operativo, cosa che il movimento islamista nega. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha denunciato ieri che un bombardamento israeliano contro l’ospedale di Al Aqsa nel centro di Gaza ha causato la morte di quattro persone e il ferimento di altre 17.
Hamas ha chiesto scusa alla popolazione di Gaza per le difficoltà che il conflitto comporta, ma ha ribadito la sua volontà di continuare a lottare per ottenere “vittoria e libertà” per i palestinesi.
Intanto il governo israeliano è sempre più sotto pressione dell’opinione pubblica che chiede di negoziare con Hamas per il rilascio degli ostaggi tenuti prigionieri a Gaza e le dimissioni di Netanyahu. Il primo ministro israeliano è stato operato ieri per un’ernia e il suo ufficio ha riferito che l’intervento è stato un “successo” e che il leader 74enne “ha iniziato la sua convalescenza”. Migliaia di israeliani hanno manifestato ieri sera davanti al Parlamento di Gerusalemme chiedendo le dimissioni di Netanyahu e le elezioni anticipate. Sul fronte negoziati, Qatar, Egitto e Stati Uniti stanno mediando i colloqui per una tregua, ma un alto funzionario di Hamas ha messo in dubbio la possibilità di progressi nelle trattive a causa delle distanze che ancora restano tra le due parti. Da parte sua, Netanyahu ha accusato Hamas di aver “irrigidito le sue posizioni”. L’obiettivo del cessate il fuoco è consentire il rilascio degli ostaggi israeliani e maggiori aiuti umanitari a Gaza.
Le organizzazioni umanitarie internazionali avvertono del rischio di carestia a cui vanno incontro i 2,4 milioni di abitanti di questo territorio palestinese. Dopo che Netanyahu ha annullato la visita di una delegazione israeliana a Washington per discutere i piani del suo governo di invadere Rafah, la città nel sud di Gaza dove sono concentrate più di un milione di persone, una fonte israeliana ha indicato che lunedì è previsto un incontro con funzionari statunitensi in videoconferenza. Ieri Netanyahu ha ribadito che l’operazione a Rafah si farà, perchè è l’inico modo di sconfiggere Hamas. (AGI)
RED