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Enciclopedia Italiana (1933)
Scrittrice, nata a Tuscumbia (nell’Alabama, Stati Uniti) il 27 giugno 1880. È uno dei più singolari esempî dell’efficacia didattica del metodo inaugurato, per l’educazione dei sordomuti ciechi, dal dottor S.G. Howe, fondatore dell’Istituto dei ciechi di Boston, e applicato per la prima volta a Laura Bridgman nel 1837 (cfr. su ciò M. Howe e F. Howe Hall, Laura Bridgman Dr. Howe’s famous pupil and what he taught her, Boston 1903). Divenuta, come la Bridgman, sorda e cieca nella primissima età, la Keller fu educata, dal 1887, da Anna Sullivan, già allieva dell’Istituto dei ciechi di Boston e quindi operante col metodo Howe (che associava alla diretta percezione tattile degli oggetti la percezione tattile di alfabeti, e quindi anche dell’alfabeto Braille), e, dal 1890, da Sara Fuller, direttrice dell’Istituto dei sordomuti “Horace Mann” di Boston, che riuscì a insegnarle a parlare. La Keller poté così compiere gli studî universitarî e diventare una scrittrice e propagandista (v. l’autobiografia, The story of my life, trad. it. “Il racconto della mia vita”, Firenze 1907, e The World I live in “Il mondo in cui vivo”, Torino 1910), fondando infine e dirigendo una società che provvede alla diffusione delle biblioteche in alfabeto Braille per i ciechi e alla produzione editoriale necessaria a fornirle.
Bibl.: G. Ferreri, in Enciclopedia delle Enciclopedie, Pedagogia, Rom a[1932], pp. 787-88 (con ulteriore bibliografia).
Di Guido Calogero