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Gli italiani e l’irrazionale

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L’irrazionale ha infiltrato il tessuto sociale. Accanto alla maggioranza ragionevole e saggia si leva un’onda di irrazionalità. È un sonno fatuo della ragione, una fuga fatale nel pensiero magico, stregonesco, sciamanico, che pretende di decifrare il senso occulto della realtà

di Antonino Gulisano

Il 3 dicembre 2021 il Censis ha presentato il 55° rapporto sullo stato socio economico dell’Italia. I temi di maggiore interesse emersi nel corso dell’anno: l’irrazionalità che ha infiltrato il tessuto sociale, il rimbalzo dell’economia nella scarsità del capitale umano, gli effetti di svigorimento dello stato di sospensione continuata.
Gli italiani e l’irrazionale. Accanto alla maggioranza ragionevole e saggia si leva un’onda di irrazionalità. È un sonno fatuo della ragione, una fuga fatale nel pensiero magico, stregonesco, sciamanico, che pretende di decifrare il senso occulto della realtà.
L’irrazionale ha infiltrato il tessuto sociale. Per il 5,9% degli italiani (circa 3 milioni) il Covid non esiste, per il 10,9% il vaccino è inutile. E poi: il 5,8% è convinto che la Terra è piatta, per il 10% l’uomo non è mai sbarcato sulla Luna, per il 19,9% il 5G è uno strumento sofisticato per controllare le persone. Perché sta succedendo? È la spia di qualcosa di più profondo: le aspettative soggettive tradite provocano la fuga nel pensiero magico. Siamo nel ciclo dei rendimenti decrescenti degli investimenti sociali. Per l’81% degli italiani oggi è molto difficile per un giovane ottenere il riconoscimento delle risorse profuse nello studio. Il rischio di un rimbalzo nella scarsità: ecco i fattori di freno alla ripresa economica e le incognite che pesano sul risveglio dei consumi.
Cosa si intende per irrazionalismo? Genericamente un atteggiamento di pensiero in polemica con le dottrine che si riferiscono alla ragione come unico strumento che, tramite distinzioni, definizioni e deduzioni, sia in grado di dare una visione coerente, chiara e distinta, della realtà Nel pensiero filosofico due degli autori più autorevoli sono: Schopenhauer e Nietzsche.
L’irrazionalismo del pensiero di Schopenhauer si rileva nella teoria della vita come manifestazione cieca di un principio arbitrario e alternativo alla ragione: una insopprimibile volontà di vivere, sfrenata e irrazionale, che non persegue nessuno scopo fenomenico se non quello di accrescere se stessa. La volontà di vivere produce dolore ma non per se stessa o per una sua connotazione maligna, poiché essa è puro “noumeno”. Il mondo come cosa in sé è una grande volontà che non sa cosa vuole; essa infatti non sa ma vuole soltanto, proprio perché è volontà e nient’altro».
Tuttavia in Schopenhauer la volontà, essendo irrazionale e cieca, annulla ogni visione del mondo in contraddizione col carattere imperscrutabile e ineluttabile del suo irrazionalismo, dal quale non vi sarebbe via d’uscita senza riconoscere all’uomo una qualche possibilità di scelta consapevole, Schopenhauer pone all’uomo un compito razionale e morale di liberazione dal dolore attraverso l’auto-negazione della volontà di vivere: l’ascesi.
Esponente di un irrazionalismo radicale esteso sino alle ultime conseguenze è Nietzsche, che esalta l’aspetto vitale e “dionisiaco” dell’essere umano in contrapposizione a quello riflessivo e “apollineo”. Da qui l’esaltazione della volontà, intesa come volontà di potenza, quale principio fondamentale da cui nasce ogni azione o pensiero, inclusa la filosofia stessa che risulta così non più vincolata da criteri logici in base ai quali poter distinguere il vero dal falso, il bene dal male. La ragione, strumento filosofico per eccellenza, nega se stessa, al fine di liberare dal suo dominio la spontaneità del pensiero.
Continuando sull’analisi del Censis, il senso dell’irrazionalità, magico, stregonesco, sciamanico, pretende di decifrare l’occulto della realtà circostante. È come un tritacarne dell’irrazionale discorso pubblico, conquistando i vertici dei network, scalando le classifiche di vendita dei libri, occupando le trasmissioni televisive, orientando le posizioni e i comportamenti di molte persone.
Le proposte razionali che indicano la strada per migliorare la situazione vengono delegittimate a priori per favorire interessi segreti e inconfessabili. Il 29,7% degli italiani non crede che il razionalissimo Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) cambierà il Paese, perché è condizionato da lobby che volgeranno tutto a soddisfare gli interessi dei “poteri forti” e che l’Amministrazione non starà al passo, malgrado gli annunci, secondo il 44,3%. Se il compito è dare l’identità di periodo della società italiana, nell’alveo dei processi lunghi di trasformazione, bisogna osservare questo segmento sociale, pur minoritario, il disagio che rivela una inclinazione profonda. L’irrazionale che si manifesta nella nostra società ha radici socio – economiche profonde secondo una parabola che va dal “rancore” al “sovranismo psichico” ed evolve nel rifiuto del discorso razionale, orientando le posizioni e i comportamenti di molte persone.