di Gianni De Iuliis
«Sapere molte cose non insegna ad avere intelligenza: l’avrebbe altrimenti insegnato a Esiodo, a Pitagora e poi a Senofane e a Ecateo»
(Eraclito)
Eraclito (535 a. C. – 475 a. C.) è contro la polimatia dei suoi predecessori. Il termine deriva dal greco ed è composto da poli-, che significa «molto» e –matheia, che deriva dal verbo manthano che significa «imparare». La polimatia è quindi un’erudizione pedantesca e oziosa, consistente nell’accumulare nozioni numerose e disparate, non ricondotte a quell’organicità o sistematicità che costituisce l’autentica cultura. In tale frammento Eraclito critica fortemente alcuni degli intellettuali e pensatori molto celebri nella cultura greca, tra cui proprio Pitagora, apostrofato come un «dormiente».
A tal proposito Eraclito propone anche un metodo (cioè, proprio nel senso etimologico, un cammino) per avvicinarsi alla verità: «distinguendo ciascuna cosa secondo natura e dicendo come è». La totalità infatti non è casualità o disordine, ma un sistema organizzato e organico. È quindi necessario penetrarne la logica, la regola, l’archè.
Il metodo eracliteo implica un allontanamento dalla scienza naturale e dalla matematica. Il metodo eracliteo introduce alla metafisica.
(22. Continua)