Type to search

DIVORZIO IN CASA JUVE: CR7 RITORNA ALLO UNITED

Share

di Antonio Pio Di bari

Ormai è ufficiale: Ronaldo torna al Manchester United dopo undici anni in cui ha distrutto ogni sorta di record, in modo clamoroso a quattro giorni dalla fine del mercato. Di clamoroso non c’è solamente il tempismo (pessimo) con cui ha lasciato i bianconeri, ma anche il sorpasso dello United sui rivali del City, che sembravano avere l’accordo con il giocatore nella giornata di ieri, ma non con la Vecchia Signora che chiedeva una cifra compresa tra i venticinque e i trenta milioni di euro per non mettere a bilancio una minus valenza, rispetto ai cento milioni di euro spesi nel 2018, ma ammortizzati secondo le regole del fair play finanziario, essendo passati diversi anni. I red devils battono dunque la concorrenza grazie ai ventotto milioni offerti e accettati dalla Juventus, che tenta di uscire quanto più a testa alta da una situazione complicatissima dato che mancano poco meno di novantasei ore alla fine del calciomercato per cercare un sostituto. 

Cristiano Ronaldo forse per la prima volta in carriera mette in atto un atteggiamento poco professionale dato che nei suoi precedenti trasferimenti, pochi ma tutti clamorosi, ha sempre agito nel massimo rispetto del club che deteneva il prezzo del suo cartellino comunicando con un netto anticipo la sua volontà di cambiare maglia. Le motivazioni che spingono il campione portoghese sono diverse, ma le principali probabilmente sono la possibilità di ottenere l’ultimo ingaggio economicamente mostruoso  della sua carriera e la mancanza di stimoli in una Juve di cui probabilmente si sentiva unico trascinatore e dalla quale si avvertiva una rottura a partire dalla clamorosa eliminazione contro il Porto in Champions League lo scorso anno.

 Cr7 non ha lasciato nessun ricordo a Torino se non la vittoria di due scudetti, una coppa Italia, due supercoppe italiane nei suoi tre anni di permanenza , non arrivando a competere per quella Champions League tanto desiderata dalla società che è arrivata a sfiorarla con un dito per due volte senza il fuori classe che indossa la maglia numero sette nei tre anni che hanno preceduto il suo arrivo in Italia . Ronaldo è la prova di come un giocatore per quanto decisivo e prolifico non possa da solo vincere contro le più grandi compagini mondiali , nonché uno degli investimenti più sbagliati della storia juventina che ha portato il club ad un ridimensionamento dopo essere salito sul tetto d’Europa grazie a Massimiliano Allegri, che ha saputo giostrare il gruppo. L’investimento per Cristiano ha rappresentato di fatto un all-in da  parte della famiglia Agnelli che ha comprato un campione che non poteva permettersi se non con la vittoria di un trofeo mai arrivata, che ha portato ad un crollo lento e logorante dovuto allo stipendio del portoghese più che al prezzo pagato per il suo cartellino di cento milioni di euro (cifra importante ma che il club aveva già speso per Higuain ad esempio e che sembrava un colpo considerata la partenza di Neymar per 222 milioni di euro l’anno prima), che ha costretto la Juventus ad alzare il tetto medio dei suoi ingaggi e a non rinforzarsi con altri giocatori di livello che chiedevano un ingaggio importante e fuori budget. Il momento più alto dell’avventura juventina di Ronaldo è stato l’entusiasmo legato al suo arrivo, che ha addirittura aumentato il numero di neonati  in Italia che portano come nome Cristiano, con una gioia che non si è mai concretizzata fino in fondo. 

La Juve tuttavia, magari con un ulteriore anno di transizione, può ritornare a testa alta se punterà meno sui singoli e più sulla squadra, che è la vera forza di questo sport. Intanto non mancano i nomi che si fanno per i sostituti, tra cui spiccano Icardi, che però il P.S.G. potrebbe decidere di tenere data la volontà di Mbappè di vestire la camiseta blanca del Real Madrid; Lacazette o Aubameyang che però percepiscono un ingaggio oneroso seppur  di gran lunga inferiore a quello di Ronaldo o le soluzioni low cost Raspadori e Scamacca, giovani prospetti che però non possiedono la responsabilità per sostituire il fuoriclasse ormai ex  Juventus. Spunta allora il nome di Kean, esploso proprio alla Juve sotto la guida di Max Allegri, che si è andato leggermente perdendo durante la sua esperienza all’Everton, ma che ha vissuto una grande stagione con il P.S.G. mettendo a segno ventisei reti in quarantuno presenze totali, ma che nonostante ciò non è stato convocato da Mancini per l’Europeo e non è stato riscattato dal club parigino forse a causa della sua mentalità non ancora  completamente matura e alcune volte acerba. Altro nome uscito in queste ore è quello del top player Eden Hazard che la Juve vorrebbe provare ad ottenere grazie ad un prestito con diritto di riscatto con il Real, che però deciderà se accettare o aprire solo in caso di cessione a titolo definitivo in base alla riuscita del colpo Mbappè. 

In tutto ciò il Manchester United chiude un colpo da dieci e lode mettendo sotto contratto uno degli dei dell’Olimpo calcistico per una cifra quasi irrisoria, per quanto concerne il suo cartellino,  che diventa importante ma non proibitiva per le casse degli inglesi (contando il suo stipendio), che possono ora contare su una potenza di fuoco offensiva micidiale grazie all’arrivo in questa stessa sessione di Sancho e una solidità difensiva portata dall’esperienza di Varane. Tutto ciò rende lo United l’ennesima squadra inglese che può far paura a tutti sia in ambito locale, che internazionale.

La partenza di Cr7 va inoltre ad aggiungersi a quelle di Lukaku, Hakimi, Donnarumma, che impoveriscono ulteriormente il nostro campionato in ripresa proprio grazie a quello che era stato il colpo Ronaldo di tre anni fa, ma distrutto dalla crisi Covid e da provvedimenti sbagliati presi negli anni, che hanno portato tutte le squadre del massimo campionato italiano a vendere i propri gioielli