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Dalla Sicilia un modello per l’impiego dei fondi europei

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 di Giulio Pappa – inviato QdC

I fondi europei rappresentano un’importante occasione e un cospicuo canale di finanziamento per i comuni italiani pressati da diversi anni dal patto di stabilità interno e che, spesso, si ritrovano con le casse comunali quasi vuote a causa di sempre precedenti cattive gestioni delle risorse pubbliche. Tuttavia, senza una macchina amministrativa adeguata e una disinteressata attenzione per la cosa pubblica da parte della politica locale, specialmente nel Meridione, risulta difficile che i soldi dell’Unione Europea (UE) riescano ad essere spesi per il territorio. Un dato solo parla per tutti: le regioni italiane, con poche differenze tra Nord e Sud, utilizzano soltanto circa un terzo dei fondi europei loro assegnati. La Sicilia, in particolare, ha investito solo il 23% dei fondi POR-FESR ricevuti per il periodo 2014-2020 (Istat). Tutti soldi che saranno verosimilmente restituiti e attribuiti ad altri paesi europei.

Un esempio positivo che il Quotidiano dei Contribuenti intende segnalare è quello rappresentato dal Comune di Sant’Agata li Battiati, alle pendici dell’Etna, in provincia di Catania. Il sindaco del piccolo centro etneo di quasi 10 mila abitanti, Marco Nunzio Rubino, è riuscito sin dal suo insediamento, nel 2017, a procurarsi ingenti risorse per la ristrutturazione e il recupero del patrimonio comunale tramite la partecipazione a bandi regionali, nazionali ed europei.

Intervistato dalla nostra redazione, durante l’inaugurazione dell’asilo nido comunale rinnovato ed ampliato con 700.000 euro ricevuti da fondi comunitari, il sindaco Rubino evidenzia come “tutti i lavori del Comune di Sant’Agata li Battiati non incidano sulla tasca dei nostri contribuenti e nel bilancio comunale essendo realizzati con finanziamenti regionali, statali e comunitari”.

Ma come si ottengono tali rilevanti finanziamenti? Così Rubino risponde alla nostra domanda: “Io personalmente mi sono recato tanto a Palermo quanto a Roma per i fondi di un milione e centomila euro per il teatro comunale, così come a Bruxelles. Non è per niente semplice, ma quando vedono un’amministrazione ricca di quella passione e di quella volontà di voler far crescere il proprio tessuto sociale e il proprio territorio, allora le istituzioni ci credono. L’Unione Europea, infatti, per come è stata pensata è qualcosa di eccellente perché con i fondi europei si desidera riqualificare tutti i territori degli stati per garantire una qualità della vita migliore ai  cittadini”.

Alla fine, il sindaco aggiunge che “la speranza è quella che grazie ai fondi comunitari le nostre regioni e l’Italia possano crescere così come fanno gli altri stati dell’UE che hanno la furbizia o la grande intelligenza di sfruttare questi fondi”.


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