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Costume e società. Il re di ogni estate, sua maestà il bikini

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di Anna La Mattina

Creato da Lous Reard, il sarto francese che per primo, nel secolo scorso, ebbe l’idea di confezionare, con due pezzettini di stoffa, l’indumento destinato alla spiaggia, alle belle ragazze, ma anche destinato a far discutere non poco, visto che eravamo nel lontano 1946…
Prima di lui, ad onore del vero, ci avevano pensato i Romani ad inventarlo: ce n’è giunta testimonianza, attraverso un mosaico ritrovato all’interno della splendida villa romana del Casale di Piazza Armerina, del IV secolo a.C., (dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1997), nella famosa stanza che raffigura un gruppo di ragazze impegnate in una competizione sportiva.
Per l’esplosività dell’idea del sarto francese, il pensiero giunse ad associare il nuovo “capo d’abbigliamento” all’atollo BIKINI, dove gli americani stavano, in quel tempo, conducendo degli esperimenti nucleari, proprio nelle isole Marshall: da qui il suo intramontabile nome.
E fu così che da quel famoso 5 luglio del ’46 il bikini divenne il simbolo della moda femminile estiva, in tutto il pianeta.
Il capo d’abbigliamento balneare, nel tempo, ha cambiato diverse fogge e dimensioni, a seconda dei dettami delle mode del momento e delle firme dei più grandi stilisti, che si sono cimentati nel dare ampio sfogo alla loro creatività. Il tutto contribuendo all’incremento del fatturato annuo: nel 2020 il mercato dei costumi da bagno a livello globale ha raggiunto 19.5 miliardi di dollari, nonostante la pandemia… e di questa cifra, il bikini vanta la maggior parte delle entrate.
Le donne occidentali siamo facili agli acquisti; tuttavia possiamo ben dire di… far girare il volano dell’economia..!