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Cosa significa per l'Italia essersi aggiudicata l'organizzazione delle Atp Finals

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Il tennis e lo sport italiano esultano. All’impresa agonistica di Fabio Fognini a Montecarlo fa eco l’impresa diplomatica imprenditoriale di Angelo Binaghi, della Fit e del Coni, che si assicurano a Torino, per cinque anni, dal 2021 al 2025, l’organizzazione delle Atp Finals coi migliori 8 giocatori della stagione.

Esulta anche tutto il paese perché il Masters – come viene comunemente chiamato con l’antica sigla la passerella di metà novembre dell’Atp Tour non più utilizzabile per problemi di copyright – non s’era mai disputato in Italia e, a fronte di investimenti di 250 milioni di euro, garantisce un indotto diretto di almeno 60 milioni diretti. Con enormi benefici pratici per il turismo ma, soprattutto, dando un’impronta fortemente significativa per la credibilità dell’intera nazione.

Che ha superato la concorrenza di 40 paesi, e ha battuto allo sprint città importanti come Tokyo, Londra, Singapore e Manchester, dopo un delicatissimo lavoro diplomatico dietro le quinte, con la fattiva collaborazione di tutte le forze. Saldandosi così con la Ryder Cup di golf del 2022 che si terrà alle porte di Roma e con la sempre più calda candidatura di Milano-Cortina per l’organizzazione dell’Olimpiade invernale 2026.

Così, esulta anche la politica che, sulla spinta delle legittime ambizioni della città sabauda e del sindaco Chiara Appendino (di colorazione Cinque Stelle), ha dato un contributo decisivo al progetto. Con l’ultimo atto ufficiale, la richiesta di cessione credito firmata dal ministro Giovanni Tria e il sottosegretario dei rapporti con il parlamento, Simone Valente. Garantendo l’ultima garanzia richiesta dall’Atp, dopo la fideiussione di 78 milioni di euro assicurata dal Credito Sportivo prima e della BNL poi.

I risultati del tennis italiano

Il tennis aveva ampiamente già fatto il suo, con gli ottimi risultati – in continua crescita – degli Internazionali d’Italia di Roma, e quelli delle Next Gen Final della Fiera di Rho, con i migliori under 21 del mondo. Guadagnandosi fiducia e riconoscenza dell’Atp Tour, che gestisce i tornei stagionali maschili, e quindi anche questa indispensabile proroga da marzo ad oggi per adempiere a tutte le richieste finanziare necessarie.

Anche perché i più forti tennisti, che al momento sono europei, si sono schierati per una scelta nuova e nel vecchio continente, evitandosi un nuovo, impegnativo, trasferimento, dopo la conclusione della stagione indoor europea e prima del trasferimento in massa di fine dicembre in Australia per la nascitura ATP Cup e poi per la prima tappa stagionale dello Slam a Melbourne.

Torino, che sognava un grande evento dal successo dell’Olimpiade invernale del 2006 ed era uscita dal tridente lasciando solo l’accoppiata Milano-Cortina nella corsa ad ospitare i Giochi del 2026, è così, giustamente, accontentata. Il Pala Isozaki sarà la sede della più importante manifestazione sportiva italiana di un solo sport, ma tutta la città dovrà lavorare da subito al progetto, che non si esaurisce di certo coi contributi pubblici (7,5 milioni di euro ciascuno da parte di Comune e Regione) e privati (la Camera di Commercio), ma pretende un contributo imponente della biglietteria – che deve quantomeno avvicinarsi ai 243.819 biglietti venduti l’anno scorso alla 02 Arena, con 358mila persone attirate dall’evento nella capitale britannica, tagliandi che la 02 Arena di Londra ha garantito per praticamente nove anni, con due tutti esauriti al giorno.

L’organizzazione logistica dell’evento

Il palasport da 14.700 posti – la più capiente struttura indoor d’Italia – , già sede del torneo di hockey all’Olimpiade del 2006, si collegherà alla vicina Piscina Monumentale dove sorgeranno i due campi di allenamento, con la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani che fungerà da area ospitalità e il circolo Sporting la Stampa. Dove, nel 1961, Nicola Pietrangeli superò Rod Laver nella finale degli Internazionali d’Italia che si disputò a Torino per festeggiare i 100 anni dell’Unità d’Italia.

Il Masters, che è nato nel 1970, col debutto a Tokyo, è stato itinerante, toccando città come Parigi, Barcellona e Stoccolma, ha poi contribuito a lanciare il tennis come sport popolare negli anni 70-80 al Madison Square Garden di New York, ha quindi dato grande eco al passaggio in Europa dei nipotini di Bjorn Borg e quindi dell’esplosione di Bum Bum Becker nelle sedi tedesche di Francoforte ed Hannover.

E’ ridiventato itinerante all’alba del 2000, fra Lisbona, Sydney, Shanghai, Houston e ancora Shanghai, per poi prendere stabilmente casa a Londra dal 2009 al 2020, quando passerà il testimone al quinquennio di Torino di una gara talmente importante che ha visto la qualificazione di soltanto due italiani, Adriano Panatta nel 1975 e Corrado Barazzutti nel 1978.

Vedi: Cosa significa per l'Italia essersi aggiudicata l'organizzazione delle Atp Finals
Fonte: sport agi


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