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Come proseguono le ricerche di Graziano Mesina, latitante da 5 giorni

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AGI – irreperibile da cinque giorni l’ex ergastolano Graziano Mesina, 78 anni, che giovedì scorso sarebbe dovuto tornare in carcere, dopo che la Cassazione ha confermato la sua condanna a 30 anni per associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga.

L’ultima dimora è stata la casa di una delle sorelle a Orgosolo (Nuoro), dove aveva l’obbligo di dimora dal giugno del 2019, quando era stato scarcerato, in attesa dell’ultimo grado processuale, perché scaduti i termini di carcerazione. Il paese natio resta il fulcro delle ricerche che le forze dell’ordine hanno esteso a tutta la Sardegna centrale e oltre, con perquisizioni e verifiche – anche dall’alto, con l’elicottero – in case, ovili e campagne. Difficile pronosticare quanto durerà la caccia all’uomo, ma le forze dell’ordine stanno cercando di stringere il cerchio.

Controlli sono ancora in corso, in particolare, lungo gli snodi viari che collegano l’abitato con il territorio, cui sono dedicate soprattutto le pattuglie della polizia. Non si esclude la possibilità che l’ex Primula rossa del Supramonte (con una fedina penale nerissima, un’ottantina di reati in 60 anni, inclusi omicidio e sequestro di persona, da quando ne aveva appena 14) si sia ancora rifugiato a Orgosolo o nelle campagne e attenda l’occasione giusta per allontanarsi.

Oppure, come si mormora in paese, per accordarsi con chi rappresenta lo Stato e la giustizia, per una consegna e un rientro in carcere dietro la garanzia di alcune condizioni. Termini che comunque non potranno toccare l’obbligo giuridico di scontare la condanna. Ma è solo una delle tante ipotesi.

Dal momento in cui Mesina è scomparso, la caccia delle forze dell’ordine si è concentrata su luoghi e ambienti maggiormente sensibili a una richiesta di protezione o aiuto nel tempo della latitanza. Poco plausibili sono considerate le ipotesi di una fuga in Corsica o in Tunisia.

A coordinare le operazioni di ricerca sono i carabinieri. Su di loro infatti ricadeva giovedì scorso l’incombenza della notifica della sentenza della Cassazione, che qualche ora prima aveva confermato la sentenza secondo grado, in cui Mesina viene indicato come l’elemento di punta di un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti.

Un’accusa nuova per l’ex ragazzo irrequieto della Orgosolo degli anni ’50, che si era fatto pescare, a appena 14 anni, con un’arma illegale e poi a sparare ai lampioni. Il reato principe della carriera di bandito sarà il sequestro di persona, per il quale avrà diverse condanne, con un cumolo di pene che gli porterà l’ergastolo.

In quest’anno di dimora a Orgosolo, con obbligo di firma in caserma e di permanenza notturna a casa, sembrava un uomo comunque orientato a porre finalmente la parola fine con la vita nell’ombra e un confine con l’illegalità sempre facile da passare. I compaesani lo incontravano tutte le mattine al Corso, nella passeggiata quotidiana. Mesina s’intratteneva a discorrere con loro. Nell’agosto di un anno fa non è mancato neppure alla processione dell’Assunta, la festa grande del paese.

Uno dei sacerdoti in processione lo ricorda: “Ha assistito alla funzione, con un gruppetto di compaesani che sostava su uno dei lati della strada, mentre facevamo rientro in parrocchia”.

Vedi: Come proseguono le ricerche di Graziano Mesina, latitante da 5 giorni
Fonte: cronaca agi


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