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Chi era Stamford Raffles, il fondatore di Singapore (200 anni fa)

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Singapore ha dato il via ufficiale a un 2019 di commemorazioni per il bicentenario dalla nascita della città stato del sud-est asiatico, 5 milioni di abitanti, 63 isole, secondo paese più densamente popolato al mondo e al primo posto per la concentrazione di milionari. La data riconosciuta per la fondazione di Singapore è il 6 febbraio 1819, giorno in cui un certo Stamford Raffles firmò con le autorità locali un trattato di amicizia ed alleanza, che segnò una svolta nella storia del territorio situato all’estrema punta meridionale della penisola malese e dell’intera regione.  

Una statua di Stamford Raffles a Singapore (Afp)

A Singapore, statue, nomi di strade, di edifici, tutto ricorda la figura di Raffles, citato da molti come il “padre della patria”. Un personaggio apparentemente comune, ma a distanza di 200 anni ancora al centro di ricerche per documentarne l’insolito destino. Ovviamente la sua storia di vita si intreccia indissolubilmente con quella di Singapore e di altri luoghi del sud-est asiatico.

Raffles, ambizioso impiegato Compagnia Inglese Inde orientali

Thomas Stamford Bingley Raffles è nato il 6 luglio 1781 a bordo della nave mercantile del padre, al largo delle coste della Giamaica. Trascorre l’infanzia in Inghilterra, in un contesto molto modesto, e a 14 anni lascia la scuola per diventare impiegato della Compagnia Inglese delle Indie orientali. Non ha potuto fare studi superiori ma è animato da una grande sete di conoscenza, così da autodidatta l’ambizioso impiegato viene costantemente promosso e a soli 26 anni viene nominato segretario generale della Compagnia nello stabilimento di Penang, nella penisola malese.

Durante il viaggio in barca a vela, che dura diversi mesi, Raffles impara da solo il malese e al suo arrivo è uno dei pochi europei a poter comunicare con i locali. Colpito dalla malaria, per due volte è costretto a lunghi periodi di convalescenza a Malacca, approfittandone per approfondire le sue conoscenze della civiltà maltese.

Nel 1811 raggiunge Calcutta, dove si trova la sede centrale della Compagnia e, dopo un confronto con il governatore generale del Bengala, in un contesto internazionale bellicoso tra potenze europee – in particolare tra Francia e Olanda – Raffles partecipa a una imponente spedizione per conquistare Java, per la sua posizione strategica sulla rotta commerciale tra India e Cina. Dopo la vittoria sulle truppe olandesi, a soli 30 anni viene promosso governatore di Java. Lì Raffles riscopre Borobudur, il più grande tempio buddhista al mondo, ma le sue caratteristiche di avventuriere visionario, idealista, ambizioso e erudito non fanno di lui un buon amministratore. Nel 1816 viene richiamato a Londra e lungo il tragitto che lo riporta in patria Raffles si ferma all’isola di Sant’Elena dove incontra Napoleone Bonaparte in stato di detenzione. 

Da Sumatra alla scoperta di Singapore 

Raffles riesce a capovolgere una situazione che non è a suo favore: due volumi della Storia di Java, di cui è l’autore, conoscono un tale successo che la Compagnia Inglese delle Indie orientali decide di assegnargli un nuovo incarico. Con la seconda moglie Sofia, che dà la luce al figlio sulla nave, parte per Bencoolen, sull’isola di Sumatra, di cui diventa nel 1818 il luogotenente-governatore. L’Impero napoleonico non esiste più e la Olanda ha ripreso il controllo dell’arcipelago indonesiano mentre i britannici sono in posizione più debole nella regione tra il Capo di Buona Speranza e la Cina.

È in questo contesto che Raffles svolge la sua missione a Singapore, proprio per cercare di espandere l’influenza britannica nella regione con un porto di scalo per la Compagnia nel sud-est asiatico. Cerca di farlo trasformando Bancoolen in una colonia modello, ma ben presto capisce che la sua situazione geopolitica non è quella adatta.  Dai suoi superiori ottiene l’autorizzazione a creare un avamposto a Riau (Bintan), Johor o un altro luogo dello stretto, a patto di non entrare in conflitto con l’Olanda.

Per portare avanti questa nuova missione, contatta un ex soldato di 49 anni, William Farquhar, da 30 anni nella regione, anche lui in servizio presso la compagnia delle Indie orientali. Con una piccola flotta di otto navi, un centinaio di Sepoy, i soldati indiani, e 30 artiglieri, Raffles parte da Penang per raggiungere il collega. Intanto gli olandesi hanno firmato un trattato con il sultano di Riau, quindi per gli inglesi è troppo tardi. Parte il piano B per raggiungere Johor, ma il comandante di una delle navi fa notare a Raffles l’ottima posizione di Singapore. Così il 28 gennaio le navi della spedizione Raffles-Farquhar attraccano a Saint John. Gli olandesi non sono ancora arrivati, così i due ‘avventurieri’ scendono a terra, entusiasti per la posizione geografica strategica dell’isola, per il suo porto naturale e l’abbondante acqua potabile del fiume. 

Singapore 200 anni fa, villaggio di mille abitanti 

Nel 1819 Singapore è soltanto un villaggio abitato da poco più di mille persone: 850 nomadi che vivevano sulle loro barche, una trentina di malesi e una trentina di mercanti e piantatori cinesi. I britannici insediano il loro accampamento sul Padang e Raffles apre serrate trattative con le autorità locali. Il 30 gennaio 1819 un accordo preliminare è firmato con il temenggong, il capo locale. Mentre gli olandesi hanno riconosciuto l’autorità del figlio cadetto del sultano recentemente deceduto, facendolo diventare sultano di Riau, gli inglesi partono a cercare il figlio maggiore del sultano, Hussein, che finora non era stato dalla loro parte.

Accetta l’incarico e il 6 febbraio 1819 il sultano Hussein cammina sul tappetto rosso, accolto a Singapore con una parata militare. Raggiunge una tenda davanti alla quale lo attende Raffles. Una folto gruppo di persone assiste alla cerimonia ufficiale per la firma del trattato di amicizia ed alleanza. Seppur organizzata in fretta e furia, la cerimonia risulta solenne, con tanto di scambio di doni, colpi di cannone e banchetto finale.  Il trattato autorizza la Compagnia britannica delle Indie orientali a stabilire un avamposto commerciale a Singapore in cambio di un corrispettivo annuo 5 mila dollari spagnoli per il sultano e 3 mila per il temenggong.

Dopo il trattato un inizio incerto 

Raffles lascia Singapore all’indomani della firma per ritornare a Bancoolen, incaricando Farquhar di gestire la situazione in loco. Quando gli olandesi vengono a sapere della spedizione inglese a Singapore sono furiosi e oltre alle proteste ufficiali pianificano una spedizione militare. In quell’epoca le notizie viaggiano lentamente e solo mesi dopo Londra viene informata, o meglio messa davanti al fatto compiuto in merito all’esistenza di Singapore, scelta per diventare un porto strategico per l’Impero. Farquhar, che gode di ottima reputazione nella regione, ha informato i suoi contatti a Malacca del successo della nuova colonia. Mercanti cinesi e indiani salpano con nave cariche di beni a destinazione di Singapore. E’ così che cominciò la storia di successi  inarrestabili della città-Stato. 

Triste fine per Raffles

Nel frattempo a Bancoolen precipita la situazione di Raffles, soprattutto per disgrazie in famiglia. In meno di sei mesi muoiono tre dei suoi quattro figli e lui si ammala, vedendo annientati i suoi sogni di grandezza e la sua famiglia. Decide di tornare in patria e di andare in pensione, passando prima per Singapore per un ultimo saluto al collega Farquhar. Lascia definitivamente il sud-est asiatico con un sacco di debiti alle spalle mentre la Compagnia  Inglese delle Indie orientali non solo non gli concede la pensione ma lo trascina in giustizia chiedendo il rimborso delle spese per la spedizione non autorizzata a Singapore. Raffles muore nel luglio 1826, a 45 anni, si presume per una emorragia cerebrale.

Nel 2019 grandi festeggiamenti

Con il lancio dei festeggiamenti, che hanno preso il via la scorsa settimana con una cerimonia al Museo delle civiltà asiatiche, il primo ministro Lee Hsien Loong ha evidenziato come il 1819 abbia segnato il punto di partenza di una Singapore moderna, aperta sul mondo e multiculturale, invitando i cittadini e il mondo intero a riflettere sulla sua storia. Per il premier un compleanno così importante rappresenta un’occasione per valutare il percorso compiuto in soli 200 anni da quella che è diventata una delle città più cosmopolite al mondo, quarto polo finanziario del pianeta, simbolo di innovazione continua.  Lee Hsien Loong ha però ridimensionato la figura dell’inglese Raffles, il cui nome è da sempre associato alla fondazione di Singapore.

Altra lettura della storia

 “La nostra storia risale a centinaia di anni prima dell’arrivo di Raffles. Ci sono voluti altri 200 anni prima che sbarcasse in un luogo molto vicino a qui e persuase il sultano di Johor ad autorizzare la compagnia British East India a stabilire qui una base commerciale” ha detto il premier singaporiano. Per lui quell’anno 1819 ha segnato una “svolta cruciale” per il territorio che cominciò la sua traiettoria verso quello che è oggi, invitando la popolazione a “riflettere su come poter ancora progredire insieme, in quanto non abbiamo ancora terminato la costruzione di Singapore. Un contributo di ogni generazione è quello di continuare a costruire, per i nostri figli, per il nostro futuro” ha insistito Lee Hsien Loong che nel suo discorso ha citato anche Farquhar, abitualmente dimenticato dalla storia.

Dalle parole ai fatti: di recente vicino alla statua che rappresenta Raffles, collocata nel luogo in cui ha messo piede sull’isola, sono state aggiunte quattro altre sculture che raffigurano le quattro grandi comunità etniche dell’isola. “Un modo non solo simbolico per sottolineare che Singapore non è l’opera di un solo uomo e per evidenziare l’importanza del multiculturalismo, valore sempre di attualità” ha commentato la stampa locale. 

British Museum dedica mostra a Raffles

Nel contesto delle commemorazioni del bicentenario, l’Asia Civilisations Museum in collaborazione con il British Museum hanno inaugurato il 1° febbraio una mostra intitolata “Raffles nel sud-est asiatico: nuovo sguardo sullo studioso e l’uomo di Stato”. La mostra, in una prospettiva sorprendente, scollegata dalla storia della fondazione di Singapore come porto di commercio britannico, si concentra sull’uomo, nel travagliato contesto geopolitico dell’Ottocento. Rivela un personaggio complesso, sconosciuto, collezionista, erudito, scrittore, storico e esperto di natura. Restituisce anche la sua visione del mondo in qualità di emissario dell’impero colonialista britannico nel sud-est asiatico, in particolare a Sumatra e Java.

Esposti più di 240 oggetti della sua collezione personale, provenienti da tutto il mondo, che danno prova della ricchezza del patrimonio artistico e culturale dell’arcipelago malese: maschere, strumenti di musica, sculture, armamento, sculture, tessuti. Raffles confermava l’esistenza di una civiltà, in base agli standard europei dell’epoca, pertanto per quei territori significava poter beneficiare dello statuto di colonia britannica.

Vedi: Chi era Stamford Raffles, il fondatore di Singapore (200 anni fa)
Fonte: estero agi


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