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Anche in Francia c'è un problema di minigonne a scuola

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AGI – La sobrietà e la scelta di un “abbigliamento repubblicano” da parte di tutti gli alunni è una garanzia di “parità sociale e di protezione” sia per le ragazze che per i ragazzi: è la replica del ministro della Pubblica istruzione francese, Jean-Michel Blanquer, al movimento #lundi14septembre lanciato la scorsa settimane dalle liceali per incoraggiare le ragazze a indossare capi di abbigliamento corti in classe in segno di protesta per il divieto di indossare vestiti considerati “indecenti”.

All’emittente radiofonica Rtl il ministro Blanquer ha sottolineato che “l’abbigliamento non deve essere un fattore di discriminazione nè di stigmatizzazione”, ribadendo che la scelta deve prediligere la “sobrietà”, anche per proteggere gli alunni, sia maschi che femmine.

“La scuola non è un luogo come gli altri. Non potete andare a scuola come se andaste in spiaggia o in discoteca. Ognuno può capire che si va a scuola vestito in modo repubblicano”, ha proseguito Blanquer. La scorsa settimana il ministro aveva già detto che “basta vestirsi normalmente”, escludendo ad esempio i pantaloncini, “tranne per l’ora di educazione fisica o per svolgere attività sportive”.

Nel suo intervento radiofonico il ministro si è poi detto “aperto alla discussione” con le studentesse per migliorare la loro protezione e “ridurre l’ipersessualizzazione dei loro corpi” che ha portato alcune scuole a vietare alcuni capi di abbigliamento. Una polemica, quella relativa alla scelta degli indumenti, che si aggiunge alla complessa gestione del protocollo sanitario nelle scuole a causa della pandemia di Covid-19.

 

Vedi: Anche in Francia c'è un problema di minigonne a scuola
Fonte: estero agi


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