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21 marzo 1980. Carter annuncia il boicottaggio USA alle Olimpiadi di Mosca

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di redazione

Il 21 marzo del 1980, alla Casa Bianca, davanti ad una delegazione di atleti olimpici, Jimmy Carter, presidente degli Stati Uniti d’America, annunciò che il suo paese non avrebbe preso parte ai Giochi Olimpici in programma dal 19 luglio al 3 agosto di quell’anno a Mosca.

A motivare il boicottaggio americano alle olimpiadi in URSS fu l’invasione sovietica dell’Afghanistan, che era iniziata il 25 dicembre del 1979, che Carter descrisse come«un tentativo di un potente governo ateo di sottomettere un popolo islamico indipendente», allo scopo di ottenere il controllo della produzione di petrolio in Afghanistan.

Il 20 gennaio del 1980 il presidente americano aveva avvisato i sovietici che se entro un mese non avesse ritirato le truppe d’invasione dall’Afghanistan, gli USA avrebbero boicottato le Olimpiadi di Mosca.

Gli Stati Uniti avevano anche chiesto al Comitato Olimpico Internazionale di cancellare le Olimpiadi o di spostarle in un altro paese, nel caso in cui i sovietici non avessero ritirato le truppe dal paese asiatico.

Caduto nel vuoto l’ultimatum statunitense all’Unione Sovietica, il 21 marzo, alla Casa Bianca, Carter annunciò che gli atleti statunitensi non avrebbero partecipato alle Olimpiadi di Mosca, dopo che il Congresso USA avevavotato quasi all’unanimità per il boicottaggio.

In quell’occasione il presidente Carter, in realtà, scavalcò il Comitato Olimpico statunitense (USOC), che inizialmente si era espresso per la partecipazione. Ma dopo la ferma presa di posizione del congresso e del presidente, il 12 aprile anche il Comitato Olimpico statunitense approvò la decisione di non partecipare.

Al boicottaggio promosso dagli USA aderirono 64 nazioni, tra cui Canada, Germania Ovest, Norvegia, Giappone, Corea del Sud, Cile, Argentina, Israele e Cina ed il blocco delle nazioni arabe, compreso l’Iran. Anche la Liberia, dopo aver partecipato alla cerimonia di apertura, decise di aggiungersi al boicottaggio.

L’Italia, assieme ad altri 14 paesi (Andorra, Australia, Belgio, Danimarca, Francia, Gran Bretagna, Irlanda,  Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Porto Rico, San Marino, Spagna e Svizzera) prese la decisione di partecipare senza le proprie bandiere ma sotto la bandiera olimpica.

Alla fine alle Olimpiadi di Mosca presero parte 80 paesi, il numero più basso dalle Olimpiadi di Melbourne del 1956.

Le Olimpiadi del 1980 videro gli atleti sovietici prevalere di gran lunga nel medagliere, con 195 medaglie, di cui 80 d’oro.

L’Italia, priva degli atleti militari, arrivò quinta nel medagliere, prima tra i paesi ccidentali. Nel ricordo degli sportivi rimane soprattutto Tra i migliori risultati degli atleti italiani, partecipanti sotto la bandiera olimpica, si ricordanosoprattutto le vittorie di Pietro Mennea nei 200 metri piani e quella di Sara Simeoni nel salto in alto

Durante la cerimonia di chiusura dei giochi, piuttosto che issare, come da tradizione olimpica, la bandiera del paese ospitante dell’edizione successiva, che in quel caso erano gli USA, venne issato il vessillo della città di Los Angeles, città dove si sarebbero svolti le Olimpiadi del 1984, senza la partecipazione dell’Unione Sovietica e di altri 13 paesi del suo blocco, che, per ritorsione boicottaggio statunitense, decisero a loro di boicottare l’edizione americana.

Nel frattempo, nei giorni 16 e 17 luglio 1980, le nazioni aderenti al boicottaggio e alcune di quelle che avevano partecipato solo sotto la bandiera olimpica presero parte ai giochi alternativi organizzati dagli Stati Uniti negli impianti dell’università della Pennsylvania. Le “contro-Olimpiadi” negli Stati Uniti si chiamarono “Liberty Bell Classic” e vi si svolsero soltanto gare di atletica.