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Ue: Ambrosetti, Pmi critiche su Mercato Unico, troppa burocrazia

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A distanza di 30 anni dalla sua creazione le grandi imprese conservano fiducia nel Mercato unico europeo, mentre le Pmi mostrano maggiore cautela denunciando gli aspetti legati alle troppe norme burocratiche e all’aumento dei costi di compliance. Queste le principali evidenze emerse dalla presentazione del rapporto “Il futuro del Mercato Unico Europeo”, avvenuta nel contesto della 35° edizione del workshop “Lo Scenario dell’Economia e della Finanza” organizzato da The European House – Ambrosetti.Un nuovo sviluppo del Mercato Unico, si afferma, dovrebbe essere la priorità della prossima Commissione Europea, semplificando il quadro normativo, creando nuove opportunità per finanziare attraverso il mercato i grandi progetti di interesse pubblico europeo, e bilanciando la prevenzione dei rischi con la spinta all’innovazione e la competitività. L’evoluzione del Mercato Unico sarà fondamentale per garantire la sostenibilità dell’economia europea nell’attuale contesto di crisi globali sovrapposte, concorrenza economica e tensioni geopolitiche.Oltre alle differenze di percezione, il Mercato Unico si muove a velocità diverse a seconda del settore. In alcuni settori di primaria importanza per il futuro dell’Europa, come l’energia, i trasporti e il settore finanziario, non esiste ancora un vero Mercato Unico Europeo. D’altro canto, la sovrabbondanza di norme, la tendenza all’avversione al rischio e le difficoltà di attuazione contribuiscono ad aumentare i costi di conformità e a creare barriere.Il Rapporto è volto a delineare problematiche, raccomandazioni e proposte per il miglioramento del Mercato Unico. Il documento è stato condiviso con il Presidente Enrico Letta, EU Rapporteur sul Futuro del Mercato Unico, incaricato dalla Presidenza del Consiglio Europeo.La Commissione Europea, si afferma, dovrebbe valutare in che misura il suo approccio normativo è allineato con la politica industriale europea e promuove la competitività, soprattutto nei settori critici per la sicurezza nazionale. La Commissione dovrebbe anche riconsiderare i regolamenti esistenti ed esplorare le opportunità di revisione e miglioramento prima o durante l’introduzione di nuovi regolamenti.Tra le priorità per il futuro, afferma il Rapporto, vi sono quelle di aumentare la competitività e la sicurezza economia. L’economia globale sta subendo cambiamenti guidati dall’emergere di nuove tecnologie e dal fatto che gli obiettivi di sostenibilità e di clima stanno diventando di primaria importanza: fattori che condizionano il Mercato Unico e che richiedono investimenti per finanziare i grandi progetti di interesse pubblico per realizzare la transizione digitale e la transizione ecologica.Tuttavia, l’attuale tendenza ad aumentare la spesa per gli aiuti di Stato a livello nazionale crea squilibri ed è problematica per l’esistenza stessa del mercato. Inoltre, l’eccessiva dipendenza del settore creditizio privato dalle banche come strumento finanziario primario ha ridotto la disponibilità di flussi di capitale per quelle imprese a forte crescita che tendono a essere leader nell’innovazione e nella creazione di posti di lavoro.E’ necessario quindi che la prossima Commissione Europea consideri prioritaria una maggiore integrazione verso altre forme di mercato di capitali, alternative alle banche, come i mercati azionari e obbligazionari, insurance-based lending e asset manager, venture capital e crowdfunding. Le imprese europee sono concordi nel ritenere che l’attuale sistema di finanziamento incentrato sulle banche non consente di mobilitare i capitali esistenti nell’area dell’UeE alla velocità e al livello di produttività che le sfide economiche odierne richiedono.In relazione alla protezione e al rafforzamento della competitività europea, molte delle imprese hanno sottolineato il loro sostegno a una riforma dell’Unione doganale e hanno raccomandato di concentrarsi sulla digitalizzazione e sull’armonizzazione dei sistemi tra gli Stati membri.