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Talete, un intellettuale globale, tra i Sette Sapienti dell’antica Grecia

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di Gianni De Iuliis

«L’essere più forte è la necessità, perché tutto domina» (Diogene Laertio citando Talete)
Talete (640/625 a.C. – 547 a.C.) in vita fu considerato uno dei Sette Sapienti, personalità dell’antica Grecia vissute tra il VII e il VI secolo a. C. Un elenco ci è fornito da Platone nel Protagora: Talete di Mileto, Solone di Atene, Biante di Priene, Pittaco da Mitilene, Cleobulo da Lindo, Chilone di Sparta, Misone di Chene. Secondo Aristotele Talete è l’unico filosofo tra costoro.
Talete è un intellettuale globale e pienamente integrato nel contesto politico in cui vive. È dotato di sapienza pratica, ma è anche uno scienziato, un abile uomo politico e un filosofo che avvia un’indagine libera, laica, razionale e critica del reale.
La citazione riportata da Diogene Laertio mette in evidenza l’apparizione del termine «necessità» nella cultura occidentale. Il termine greco corrispondente è ananke (forza, costrizione o necessità), utilizzato da Omero come sinonimo di necessità o forza. In letteratura è utilizzato anche con il significato di Fato o Destino. Infatti Ananke nella religione greca antica è la dea del destino. Secondo alcuni miti nacque da Terra e Acqua, avvinghiata al Tempo; secondo altre versioni mitologiche è un essere incorporeo che contiene tutto l’Universo; secondo Omero ed Esiodo è la forza che regola il tutto.
In filosofia la necessità è un principio metafisico per cui il reale è regolato dal nesso causa/effetto, cioè da un rigido causalismo che nega il caso e avvia una forma di approccio deterministico al vero. Il contrario di necessario è libero, possibile. Per cui è necessario ciò che non può che essere così.
(4. Continua)