Uno dei simboli di Milano, la Galleria Vittorio Emanuele, è stato vandalizzato ieri sera con delle bombolette di vernice spray. Sull’arco di ingresso della facciata sono apparse una serie di scritte, stile tag, perlopiù illeggibili. A realizzarle, tre persone vestite di nero, avvistateintorno alle 22.30 dai turisti che ancora affollavano la piazza e anche dagli agenti del nucleo Duomo della Polizia locale, che hanno dato l’allarme, e sono immediatamente saliti per raggiungerli ma i tre intanto si erano dileguati, scappando nel dedalo dei tetti.
Un gesto quello dei tre giovani, condannato fortemente dalla politica in modo bipartisan. Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano ha parlato di “un atto gravissimo che va punito con pene esemplari”. E ha ricordato che “A breve dopo l’approvazione avvenuta il mese scorso al Senato, il ddl eco-vandali sarà votato dalla Camera e diventerà finalmente legge così da avere un quadro normativo più severo ed efficace per contrastare il deturpamento dei nostri beni culturali e paesaggistici”. Per il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini, la vandalizzazione della Galleria è una “vergogna senza fine”. Punizioni serie per i writer della Galleria sono auspicate anche da Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia ed ex vicesindaco delle giunte di centrodestra milanesi: “Grazie alla legge Meloni approvata ad aprile, questi vandali rischiano di scontare fino a tre anni di reclusione”. Al sindaco della città Beppe Sala, molti chiedono che il Comune si costituisca parte civile. Sul caso della galleria vandalizzata al momento è intervenuto l’assessore alla Sicurezza del Comune di Milano Marco Granelli per deplorare “fortemente quanto accaduto questa notte quando alcune persone hanno deturpato e danneggiato la Galleria Vittorio Emanuele, la galleria dei milanesi, simbolo della nostra città”. In un video sui social Granelli ha assicurato l’impegno della polizia locale per cercare di individuare i responsabili, e “consegnarli alla giustizia, affinchè proceda, come bisogna fare, nel rispetto delle leggi e dei nostri monumenti”. “Stiamo cercando di fare tutto quanto è possibile per ripulire, togliere le scritte e restituire subito il monumento ai milanesi e alla nostra città” ha concluso l’assessore. I costi del difficile lavoro di pulizia dell’edificio inaugurato nel 1867 per il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, devono essere sostenuti proprio da chi imbratta. “Devono pagare fino all’ultimo centesimo!” ha scritto il governatore sui propri profili social. “Li prenderemo. Non possiamo accettare che le nostre città e la nostra cultura siano continuamente imbrattate e vandalizzate” ha concluso invocando per gli autori il “massimo della pena”. (AGI)
CRE