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Porta (PD): Brasile, atti di puro vandalismo, non in linea con la democrazia

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Di Ettore Minniti

Fabio Porta a marzo 2008 è stato eletto deputato al Parlamento italiano per la circoscrizione America Meridionale nelle liste del Partito Democratico, con quasi 17.000 voti. Nel 2013 è stato rieletto alla Camera dei deputati con 30 298 preferenze. È Presidente dell’Associazione di Amicizia Italia-Brasile; Vicepresidente dell’ICPE (Istituto per la Cooperazione con i Paesi Esteri) e Vicepresidente dell’Associazione “Focus Europe”. Nel 2018 è stato eletto al Senato per il Partito Democratico, confermando con 21mila preferenze il suo grande consenso. Nel gennaio 2022 è stato rieletto nuovamente senatore nella Ripartizione America Meridionale della Circoscrizione Estero.

Originario di Caltagirone (CT), vive in Brasile e conosce bene la realtà politica e sociale di quella Nazione.

Le immagini che arrivano da Brasilia ci riportano a quelle di “Capitol Hill” del 2021: stessa violenza, stesso disprezzo per la democrazia, stessa arrogante ignoranza da parte di militanti invasati”, afferma Porta, “E, ciò che è ancora più grave, stesso complice silenzio dell’ex Presidente Bolsonaro su atti di vandalismo che nulla hanno a che vedere con la democrazia. Solidarietà al popolo brasiliano che ha liberamente e democraticamente scelto i suoi governanti; solidarietà al Presidente Lula e al Vicepresidente Alckmin, al governo legittimo del Brasile e a tutti i colleghi del Parlamento brasiliano, offesi nella loro dignità di rappresentanti del popolo a seguito dell’invasione del Congresso brasiliano. Violenza mai! Democrazia sempre!”.

Nel frattempo, il governo brasiliano ha chiesto di indagare l’ex presidente della Repubblica, Jair Bolsonaro, per un presunto tentativo di colpo di Stato.

La decisione è stata presa dopo il ritrovamento di una bozza di decreto, nella casa dell’ex ministro della Giustizia Anderson Torres, che ipotizzerebbe il ribaltamento del risultato delle elezioni di ottobre vinte da Lula.

Alla luce di quanto accaduto a Brasilia domenica scorsa, suona ancora più stonata l’assenza di un membro del governo italiano alla cerimonia ufficiale di insediamento del Presidente Lula e del suo Vice Alckmin”. Dice Fabio Porta intervenendo a nome del suo gruppo parlamentare nel corso dell’audizione con il ministro Tajani alle Commissioni esteri riunite di Camera e Senato.

Tutti i grandi Paesi europei hanno inviato una delegazione al massimo livello istituzionale: Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Portogallo, mentre l’Italia si è limitata a inviare il suo ambasciatore. Questa ‘sgrammaticatura’ istituzionale non è sfuggita a nessuno e non può bastare un “like” su un tweet del Ministro a giustificare lo sgarbo fatto anche agli oltre trenta milioni di cittadini con sangue italiano residenti in Brasile. Grave anche sminuire quanto accaduto dichiarando come ha fatto il Ministro che i manifestanti erano disarmati, quando sono state addirittura trovate cinque bombe a mano inesplose presso il Palazzo del STF (la Corte costituzionale brasiliana)”.

Nel frattempo, alcuni quotidiani brasiliani rilanciano la notizia e subito in Italia scoppia la polemica. Secondo il settimanale Istoè, nei piani di Jair Bolsonaro ci sarebbe quello di ottenere la cittadinanza italiana, seguendo quando avrebbero già fatto due dei suoi cinque figli. Dietro l’intenzione di trasferirsi nel nostro Paese ci sarebbe il tentativo di evitare di finire in prigione ritenendo che “le autorità brasiliane non sarebbero in grado di estradarlo da un Paese europeo”. L’ex presidente brasiliano ha con il nostro Paese legami di famiglia: un suo antenato, Vittorio Bolzonaro (con la z), emigrò in Brasile a fine Ottocento in cerca di fortuna. E proprio in virtù di ciò, il politico fu protagonista di una visita ad Anguillara Veneta, in provincia di Padova, che gli conferì la cittadinanza onoraria.

Abbiamo depositato una interpellanza urgente al Ministro degli Esteri per chiedere al governo chiarimenti in merito alle domande di cittadinanza italiana presentate presso la nostra ambasciata a Brasilia dai figli dell’ex Presidente del Brasile Bolsonaro e sull’eventualità di una possibile richiesta da parte di quest’ultimo”, chiosa il senatore Fabio Porta, “ Il nostro quesito vuole anche fare chiarezza sull’affermazione odierna del Ministro degli Esteri Tajani, secondo la quale l’ex capo di Stato brasiliano ‘non potrebbe ottenere la cittadinanza italiana’; se ciò fosse vero, tale diritto sarebbe precluso anche ai figli Flavio ed Edoardo, recentemente recatisi presso la nostra ambasciata per sollecitare tale domanda. Fatto salvo che – come specificato nella nostra interrogazione – vigileremo sul pieno rispetto della consueta tempistica relativa a tali pratiche, non permetteremo che la cittadinanza italiana venga impropriamente utilizzata come strumento per evitare le possibili indagini e le eventuali condanne delle quali potrebbero essere oggetto i membri della famiglia Bolsonaro”.