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Non c’è più tempo

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Luigi Sbarra · 2 Set 2023

«Morire sul lavoro è un oltraggio ai valori della convivenza». Le parole del Presidente della Repubblica Mattarella sulla tragedia della linea ferroviaria tra Milano e Torino sono il grido di dolore e di sdegno di tutti. Nessuno potrà mai risarcire la perdita di cinque vite umane, ognuna con la sua storia, strappate in maniera così orribile ai propri affetti familiari. Resta inconcepibile che in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, dove tutto è automatizzato e informatizzato, si possa ancora morire in questo modo. Si dovrà fare piena luce e chi ha sbagliato dovrà pagare. Di certo occorrono più verifiche e controlli nei cantieri, con un rigoroso rispetto della normativa e dei contratti. Bisogna intervenire per limitare le catene di appalti e sub-appalti slegate da condizionalità sociali, che generano sfruttamento e competizione al ribasso sulla pelle dei lavoratori. Dobbiamo rafforzare l’esercito di ispettori e medici del lavoro, elevando la qualità del coordinamento tra soggetti. Vanno istituiti interventi per qualificare le imprese, legando il rating a meccanismi premiali e sanzionatori connessi al livello di responsabilità sociale, di cui è parte fondamentale l’investimento in sicurezza. Significa anche trasformare gli ecosistemi produttivi stimolando nuove tecnologie, formazione dei lavoratori e delle dirigenze, rilanciando la cultura della prevenzione. Obiettivo che richiede anche di inserire nei programmi scolastici il tema della sicurezza sul lavoro: gli studenti di oggi sono i lavoratori (e gli imprenditori) di domani. La sfida coinvolge anche nuove relazioni industriali, con un’evoluzione partecipativa che dia ai delegati dei lavoratori più incisivi poteri decisionali e di controllo.
Sono temi che poniamo al Governo e che vogliamo al centro dello specifico tavolo aperto presso il ministero del lavoro. Serve una strategia nazionale che indichi le linee politiche e le risorse da impegnare. Bisogna recuperare il terreno perduto, a cominciare dal PNRR, senza dimenticare l’avanzo di circa 1 miliardo l’anno che ogni anno viene dirottato dal bilancio dell’Inail alla contabilità dello Stato. Sono risorse di lavoratori e imprese e lì devono restare, per finanziare progetti, aumentare le coperture assicurative, incrementare le rendite destinate alle vittime e alle loro famiglie.
C’è una convergenza strategica da costruire intorno a tutti questi temi. Un traguardo comune, che coinvolge mondo del lavoro e dell’impresa, che connette il riscatto economico alla partecipazione, la centralità, il valore e la salvaguardia della persona che lavora. Non c’è più tempo. Questo chiediamo all’Esecutivo, alle autonomie locali, alle rappresentanze aziendali. Su questo pretendiamo risposte all’altezza.

Fonte: Il Riformista