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5 OTTOBRE – 1954 – Viene firmato l’accordo che riporterà Trieste all’Italia.

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di Gianni De Iuliis

Il Territorio Libero di Trieste (TLT) fu previsto nel 1947 all’interno del trattato di pace con l’Italia alla fine della seconda guerra mondiale.

Secondo l’articolo 21 del trattato il TLT sarebbe stato riconosciuto dagli Alleati e dall’Italia, e la sua integrità e indipendenza sarebbero state assicurate dal consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

La mancata entrata in vigore dello statuto permanente e la mancata nomina del governatore e degli altri organi di governo del TLT determinarono uno stallo che mise in dubbio fra gli studiosi di diritto internazionale l’effettività dell’esistenza stessa di uno Stato denominato Territorio Libero di Trieste, carente di uno degli elementi costitutivi per essere definito tale – la sovranità – e soggetto perennemente a un governo provvisorio militare.

Il TLT era diviso in due zone:

la Zona A di 222,5 km² e circa 310 000 abitanti (di cui, secondo stime alleate, 63 000 sloveni) partiva da San Giovanni di Duino e comprendeva la città di Trieste. Terminava presso Muggia ed era amministrata dal governo militare alleato;

la Zona B (capoluogo Capodistria) comprendente la parte nord-occidentale dell’Istria, di 515,5 km² e circa 68 000 abitanti (51 000 italiani, 8 000 sloveni e 9 000 croati secondo le stime della Commissione Quadripartita delle Nazioni Unite). Essa era amministrata dall’esercito jugoslavo.

Il 5 ottobre 1954 fu firmato a Londra un memorandum d’intesa in cui Italia e Jugoslavia si spartivano provvisoriamente il Territorio, con il passaggio della Zona A all’amministrazione civile italiana e la Zona B a quella jugoslava. Il passaggio dei poteri dall’amministrazione alleata a quella italiana avvenne il 25 ottobre 1954.