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"Miracolato, ringrazio i miei angeli eroi"

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“Sono stato ricoverato il 9 e dimesso il 25 marzo. Grazie a tutti ora sono in quarantena ma sto bene. Vorrei dire che io li ho visti lavorare da vicino, questi eroi. Tutto il personale ospedaliero per garantire la nostra salute, per ridarci la vita ormai perduta, mette a rischio la propria salute e quella dei loro cari. Compreso il personale delle pulizie:  anche loro  lo fanno per un tozzo di pane!  Io se potessi li abbraccerei e li bacerei uno ad uno, ma non posso”: è la toccante testimonianza di Aldo Gennari, residente a Canossa, da pochi giorni rientrato a casa dopo essere stato ricoverato al S. Maria Nuova di Reggio Emilia  per una “grave insufficienza respiratoria acuta ipossemica in polmonite interstiziale bilaterale da SARS- COV -2“

Con una lettera inviata alla Ausl reggiana, ha voluto ringraziare tutti quelli che lo hanno aiutato ” a partire dal medico di famiglia dott.ssa Simoni Isabella, ai volontari della CRI di Canossa, al personale del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Montecchio Emilia; poi tutto il personale sanitario del S.Maria Nuova dei reparti di “terapia intensiva” e “infettivi” e, a fine percorso, al reparto  ‘bassa terapia’”.

Li ricorda così, il paziente sopravvissuto al virus. “Loro che – racconta Gennari – nascosti dietro un camice di plastica, ad un cappellino pure di plastica, celando gli occhi dietro una mascherina di carta e ancora sopra un’altra maschera trasparente – sono lì, giorno e notte,  sempre pronti ai bisogni dei malati con garbo e grande umanità.  Un medico diceva che non vede la moglie e la figlia da due mesi. Questi sono i veri eroi di cui dobbiamo essere orgogliosi e che meritano tutto il nostro rispetto e la nostra gratitudine”.

“Mi sento un miracolato”

“Io personalmente mi sento un miracolato, nel senso che il Signore lassù mi ha messo in mano a questi professionisti  che sanno fare il loro lavoro e che, alla fine, mi hanno permesso di riabbracciare i miei cari. Non dimenticherò mai quei dolci occhi celati dietro quelle barriere di plastica. Quando potrò uscire da casa di nuovo – conclude Gennari nella sua toccante lettera – incontrerò tante persone, forse anche qualcuno di coloro che mi hanno salvato la vita, ma queste persone io non le saprò mai riconoscere purtroppo, non saprò chi erano,  ma a loro andrà per sempre il mio pensiero.   A loro io dovrò il bene più prezioso: la vita. E a tutti loro dico GRAZIE”. 

Vedi: "Miracolato, ringrazio i miei angeli eroi"
Fonte: cronaca agi


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