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Lo Stadio Luigi Ferraris di Genova, il più antico d’Italia

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Lo stadio più antico d’Italia è un esempio per moltissime altre strutture presenti nel nostro paese
Lo stadio Luigi Ferraris di Genova è il più antico d’Italia, oltre ad essere uno dei più celebri e suggestivi del nostro paese: considerato tra i migliori esempi di struttura per giocare a calcio, vanta la classificazione internazionale UEFA 3, che lo rende idoneo ad ospitare partite di Champions League e di Europa League, finali escluse.
Il Ferraris, noto colloquialmente anche come Marassi per via dell’omonimo quartiere cittadino, propone infatti attrezzature all’avanguardia, sale stampa, impianto d’illuminazione artificiale e soprattutto una lunghissima storia che lo ha visto protagonista di grandi partite ma anche di qualche pagina triste.
Ma chi gioca allo stadio Marassi? E qual è il settore ospiti al Ferraris? Andiamo ad approfondire la storia di questo storico impianto del calcio italiano.
Le origini dello Stadio Luigi Ferraris Genova
La data esatta dell’inizio della storia dello stadio Luigi Ferraris di Genova non è certa, ma quello che si sa è che nel 1910 il presidente del Genoa Edoardo Pasteur accetta la proposta del socio del club Musso Piantelli di costruire un nuovo campo da calcio per la squadra.
Lo stadio sorge all’interno di un ippodromo che si trova su un terreno di proprietà del secondo e nel 1911 viene ufficialmente inaugurato in occasione della partita tra Genoa e Inter con il nome di Campo del Genoa di Via del Parco. Inizialmente consta di una sola tribuna di legno, ma a metà degli anni ’20 la società acquista il vicino terreno su cui si allena l’altra società cittadina, l’Andrea Doria (che poi diventerà l’U.C. Sampdoria) e decide di costruirci un’altra tribuna.
Nel 1933 vengono terminati i lavori di ingrandimento e il nuovo stadio venne inaugurato con il nome di Luigi Ferraris, in onore dell’ex capitano del Genoa scomparso durante la Prima guerra mondiale.

Stadio Luigi Ferraris Genova: i decenni successivi
Nel dopoguerra, similmente a quanto accade a Milano con San Siro, lo stadio diventa sede di entrambe le squadre della città: dal 1946, infatti, l’U.C. Sampdoria chiede di condividere il terreno e di poter disputare lì le partite casalinghe, proposta accettata dal Genoa. Nei decenni lo stadio Luigi Ferraris viene ingrandito più volte, con la gradinata Nord dedicata ai tifosi rossoblù e la Sud a quelli blucerchiati.
La ristrutturazione più importante avviene in vista dei Mondiali di calcio del 1990, per i quali l’Italia viene scelta come paese ospitante. Il Ferraris viene demolito e ricostruito settore per settore, in modo da permettere comunque a Genoa e Sampdoria di disputare lì le proprie gare casalinghe. Del vecchio stadio rimane solo l’ingresso della tribuna, mentre la nuova veste è quella di un moderno stadio all’inglese dove il pubblico è direttamente a contatto con il terreno di gioco, come avviene in Inghilterra.
Vengono aggiunti anche un gazebo per la stampa (successivamente rimosso per elevati costi e inutilizzo) e due maxischermi, mentre all’inizio degli anni 2000 si assiste all’installazione di grate d’acciaio e tornelli nel perimetro esterno.
Stadio Luigi Ferraris Genova: fatti di cronaca
Come vi accennavamo in apertura, lo stadio Luigi Ferraris di Genova è stato anche teatro di alcuni tristi episodi di cronaca: il più noto probabilmente risale al 1995 ed è l’omicidio del tifoso genoano Vincenzo Spagnolo ad opera dell’ultrà milanista Simone Barbaglia, membro della curva rossonera da pochi mesi. Il fatto avviene all’esterno dello stadio e per tutto il giorno seguono violentissimi scontri tra le due tifoserie, con i milanisti che vengono poi tenuti dalle forze dell’ordine all’interno dello stadio fino a tarda notte per motivi di sicurezza.
Un’altra pagina violenta risale al 12 ottobre 2010: durante una partita tra Italia e Serbia valida per le qualificazioni agli Europei del 2012, tifosi ultranazionalisti serbi causano scontri dentro e fuori dallo stadio, che prima portano al posticipo della partita di 35 minuti e poi, dopo soli 6 minuti di gioco, al suo annullamento. Il bilancio sarà poi di 18 feriti, 35 denunciati e 138 persone identificate, tra cui il capo ultrà Ivan Bogdanov che verrà poi recluso per 3 anni e 3 mesi.
Di Marianna Barracane
Di Marianna Barracane – fonte: https://www.esquire.com/it/sport/calcio/a45871718/stadio-luigi-ferraris-genova/