Se gli angeli Demiel e Cassiel, protagonisti del film “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders, sfioravano uomini e cose, a Lisbona gli angeli planano e si fermano almeno fino al 6 gennaio.

In praça M. de Pombal, il forgiatore della “nuova” Lisbona dopo il devastante terremoto del 1755, la cui piazza immette – percorrendo l’elegante av. Liberdade – nel cuore della capitale portoghese, sagome geometriche di angeli illuminati augurano buone feste. Altri, sparpagliati in slarghi e piazze, giocano con le facciate di palazzi barocchi, tardo sette-ottocenteschi…la città s’infuoca d’oro. L’oro è una costante, perché l’oceano entra nell’estuario del fiume Teajo (Tago) mescolando due azzurri più quello del cielo inondato dalle pagliuzze dorate del sole. Le navi con la prua rivolta verso nuove terre non potevano salpare che da qui (Vasco da Gama, Cristoforo Colombo…), dove lo sguardo si perde in un orizzonte indefinito che, di certo, nasconde altro mondo. Il complesso monumentale Padrao dos Descobrimentos lo testimonia, mentre un Cristo benedicente all’estremità opposta del Ponte 25 Abril (oltre 2 km) ricorda un pezzo di madrepatria, il Brasile, foriero – ancora una volta – di tanto oro.

La sintesi di ricchezza, potenza ed eleganza potrebbe essere il nuovo Museu Tesouro Real nel Palacio nacional da Ajuda, che racchiude 302 anni di pepite, diamanti grezzi, monete, gioielli della Corona, servizi da tavola…in un tripudio di bagliori nel buio dell’allestimento.

Non lontano, il C. Gulbenkian Museum (h. 10-18), 6.000 opere raccolte dall’omonimo collezionista armeno e che, in un edificio creato apposta, spazia dalle antiche civiltà mediterranee e orientali alla pittura, arredi e arazzi europei (12°-19° sec.). Da urlo i capolavori di Lalique. Fino al 6.3: “Faraoni superstar”, ovvero come l’Antico Egitto abbia contaminato il nostro modo d’essere e comunicare. Intorno al museo, un magnifico giardino, che fa da contraltare al parco pubblico Eduardo VII e alle sue serre, illuminato a festa e con giochi per i più piccoli.

Al 7 av. Libertade, l’hotel 4 stelle Lisboa Plaza  vanta una posizione strategica e accoglie con eleganza l’ospite in una delle sue 112 silenziose camere (con colazione, da 120 euro la doppia). L’edificio, del 1954, ma ristrutturato, è curato in ogni aspetto e arricchito con arredi e complementi d’antiquariato.

A Lisbona non vi preoccupate di seguire un itinerario lineare né di voler sapere in che zona siete. Ovunque vi troviate – nei saliscendi dei quartieri coi marciapiedi più chic d’Europa a pietre quadrate bianche e nere (caçalda) che formano rose dei venti (terra di navigatori, si vede!), fiori, arabeschi – incontrerete arte e storia. E anche tante installazioni natalizie e luoghi di acquisti esclusivi.

Sulla pr. do Rossio, ecco l’allegro mercatino di Natale tra due statue di regnanti austeri e il Teatro D. Maria II. Da qui (quartieri Baixa- Chiado) si entra in una ragnatela di strade dove locali e negozi la fanno da padroni.

Il miglior dolce della tradizione? Il “bolo rei” nelle classiche sale della Confeitaria nacional (1829) in pr. Figueira. Sulle tracce del grande letterato Pessoa? Al Cafè Beira Gare (1890), dove si sedeva. A fianco, la stazione in stile neo-manuelino che ricorda barocco, moresco, gotico. (E, se guardate bene, un “vero” lustrascarpe offre il suo servizio). In rua Carmo 87 la guanteria Luvaria Ulisses, arredi ‘800, è il negozio più piccolo di Lisbona. Ecco l’ascensore Santa Justa (1902), sulla rua omonima, con l’opera a tutto muro (due pellicani spaventati) di Bardalo II, artista che utilizza materiale di scarto. L’elevador, che si collega alla zona più alta, è una piccola Torre Eiffel, che termina accanto all’ex Convento do Carmo, ora museo archeologico, con gli archi rampanti diroccati a memoria del terremoto settecentesco. Pr. do Carmo, dove iniziò la Rivoluzione dei Garofani del ’74 con la sua socialdemocrazia, è lì. Ridiscendendo, la r. Conçeciao è un’infilata di mercerie anni ’50 con arredi originali, e in r. Anchietà sono in vendita manufatti di tradizione da A vida portuguese. La più antica libreria d’Europa? Bertrand (1732) in r. Garrett; di fronte, Brasileira do Chiado, dove Pessoa, ritratto nel bronzo di una statua, usava andare. Nuovo è  Rocco, r. Capelo 5, un locale che “cambia vestito” 24 h su 24: ristorante, grill, angolo ittico “tutto-crudo”, lounge bar, enoteca…tra applique, specchi, tappezzerie a motivi floreali e “animalier”. Il trionfo della fantasia.

Pesce azzurro e tonno in lattine con una grafica d’antan accattivante sono firmati Conserveira de Lisboa, dal 1930, in r. Bacalhoeiros 34 . La pr. do Comércio – 36.000 mq incorniciati da palazzi signorili, un abete conico splendente, l’affaccio sul Tago – riporta alla bellezza della capitale. Come Pollicino seguite la scia luminosa del Natale fino al quartiere Belém. L’omonima torre difensiva cinquecentesca in pietra color avorio appare; intorno, un numero impressionante di musei, il Mosteiro dos Jerònimos, pizzo architettonico a colonne, portali, chiostri… Qui le tombe di Vasco da Gama e del premio Nobel José Saramago (100 anni dalla morte quest’anno). La sede della Marina spicca nel suo blu e bianco. L’ottocentesca Casa dos Bicos, ex magazzino, è sede della Fondazione Saramago, che qui visse.

 

Un’ex stamperia si sta trasformando in un polo d’attrazione, LX Factory, per i suoi locali e per una serie d’atelier “pop”. Lascia senza fiato la libreria installata attorno alle ultime stampanti abbandonate qui. Il ristorante Portugàlia Cais do Sodré, sul lungo Tago, offre bivalve in guazzetto, ottimo baccalà, ma anche polpa di granchio e tenerissima carne.

Cinque tram gialli, con oltre cento anni di servizio, si “aggirano” per Lisbona. Il 24 porta nella parte alta: Alfama, Bairro Alto, Mouraria, Principe Real. Terrazze panoramiche (miradoures) spaziano sulla Cattedrale Sé a due torri, su terra e mare. (Insuperabile, però, il panorama dal Castelo Sao Jorge). Cioccolatini squisiti? Da Arcàdia (1933), r. Misericordia 72. Confetture, salse, sottoli ottimi anche a scopo benefico? Al Convento dos Cardaes, r. Seculo 123. La chiesa barocca più abbagliante per ori, preziosità e stucchi è Sao Roque in l.go T. Coelho. Ancora: in r. P. des Negres 59, Carmesim, cappelli uomo-donna handmade in Portogallo (da 60 euro); al n. 105, tè di Natale e altri 250 tipi da Companhia portugueza do Chà, charme e aromi nell’aria. Un intervallo per i piaceri del palato al piccolo Mangelico Alegre, r. Terreiro do Trigo 49: baccalà alla brace eccellente.

Fonte: Il Giornale.it