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L’ambasciatore F. Saggio in Tunisia e il difficile ruolo dei nostri diplomatici all’estero

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Di Ettore Minniti

L’ambasciatore, come è noto, rappresenta il capo di Stato del proprio paese presso un altro Stato. Suoi compiti sono: proteggere gli interessi nazionali e dei suoi cittadini sul territorio straniero, negoziare con il governo ospite, inviare informazioni in patria, promuovere la collaborazione economica, culturale e scientifica.

L’ambasciatore è investito ufficialmente della propria funzione attraverso l’accreditamento: questo consiste nella consegna, presso il ministro degli Affari esteri o comunque presso la massima autorità dello Stato ospite, dei documenti ‒ detti lettere credenziali ‒ che attestano la sua qualifica. La nazione ricevente è tenuta a garantire l’inviolabilità di tutti i diplomatici sia proteggendo la loro persona, la sede della loro attività (ambasciata), l’abitazione privata e i mezzi di trasporto, sia rinunciando a esercitare contro di essi qualsiasi forma di coercizione (ossia costrizione o violenza).

L’ambasciatore non è soggetto alle leggi dello Stato che lo ospita, ma rimane sottoposto all’autorità dello Stato di provenienza. Le prerogative di cui gode l’ambasciatore sono: l’immunità dalle leggi civili, penali e amministrative del paese in cui risiede (egli non può quindi essere processato per le azioni che compie sia in veste ufficiale sia come privato); l’esenzione da tributi fiscali e doganali; la libertà dei mezzi di comunicazione e l’inviolabilità della corrispondenza. Il suo compito cessa se richiamato in patria, in caso di rottura delle relazioni diplomatiche tra i due Stati o se il paese ospite lo dichiara non gradito.

Per la conclusione di speciali accordi di carattere internazionale (come la negoziazione delle condizioni di armistizio o di pace), gli ambasciatori possono essere nominati plenipotenziari: possono, cioè, essere investiti di pieni poteri nella trattazione e nella conclusione di quei determinati accordi.

In un momento di crisi internazionale, occorre aver ben chiari gli orientamenti governativi verso la politica estera, la politica internazionale, la diplomazia ed i suoi attori. Gli attori professionali chiamati a dipanare le problematiche internazionali degli Stati sono, attraverso il Ministero degli Affari esteri gli Ambasciatori e dei Consoli

Oggi parliamo della Tunisia.  Il nuovo Ambasciatore è Fabrizio Saggio. Il Diplomatico nasce a Napoli il 18 novembre 1971. Nel marzo 1995 si laurea in giurisprudenza con il massimo dei voti presso l’Università di Roma “La Sapienza”, con una tesi in Diritto Internazionale. Entra in carriera diplomatica nel 1998 prestando prima servizio presso il Contenzioso Diplomatico e poi alla Direzione Generale del Personale. Dal 2001 al 2005 svolge le sue funzioni a Bruxelles, alla Rappresentanza Permanente presso l’Unione Europea per poi essere destinato quale Console al Cairo. Nel 2008 rientra alla Farnesina presso il Gabinetto dell’On. Ministro dove rimane sino al 2013 lavorando con i Ministri Frattini, Terzi e Bonino. Nel 2013 viene nuovamente destinato all’estero presso l’Ambasciata d’Italia a Washington. Rientra a Roma a fine 2015 per assumere presso l’Ufficio Affari Diplomatici della Presidenza della Repubblica. Nel 2022 viene nominato Ministro Plenipotenziario e Ambasciatore d’Italia a Tunisi. Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Sposato con Laura, ha due figli, Letizia e Antonio. Un curriculum di tutto rispetto.

Dal suo insediamento ad oggi ha svolto un’attività frenetica. Un tourbillon di incontri istituzionali senza soluzione di continuità, in questo inizio anno 2023.

Nel giro di pochi giorni ha incontrato il nuovo Ministro degli Esteri, Nabil Ammar, per discutere il negoziato FMI, la lotta al fenomeno dell’immigrazione irregolare la cooperazione politica ed economica, a partire dal progetto ELMED.

Ha aperto il workshop “La transizione ecologica” organizzato da ICE Agenzia di Tunisi. Focus su transizione verso le rinnovabili e utilizzo sostenibile delle risorse idriche. Temi al centro della candidatura Expo 2030 Roma.

Interessante il colloquio avuto con il Ministro del Turismo, Mohamed Moez Belhassine. Al lavoro per conclusione di un memorandum d’intesa per lo sviluppo e la formazione nel settore del turismo e dell’artigianato. Obiettivo di ritornare ai flussi turistici pre-pandemia in Tunisia.

Non meno importante, ma altrettanto interessante, l’incontro con il Ministro della Salute, Ali Mrabet, per affrontare il tema del sostegno di Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo – AICS Tunisi ai pronti soccorsi degli ospedali tunisini per discutere di future collaborazioni.

Un viaggio all’interno del paese ospitante con una missione nel Governatorato di Sfax per incontri con le Autorità locali insieme ad Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo – AICS Tunisi per verificare avanzamento progetti della Cooperazione a supporto PMI, pesca e decentramento locale.

L’Ambasciatore Saggio ha anche visitato la «Città dello Sport» di Tunisi per individuare forme di cooperazione a favore dei giovani. Esplorate anche possibili collaborazioni alla luce dell’organizzazione del prossimo torneo Ryder Cup.

Nel Giardino dei Giusti dell’Ambasciata d’Italia a Tunisi ha presieduto la cerimonia in memoria dell’Ambasciatore Luca Attanasio, del Carabiniere Vittorio Iacovacci e dell’autista Mustapha Milambo.

E non tanto altro ancora.

Apprezzata dagli italiani residenti e non in Tunisia è stata la sua partecipazione, unitamente al neo console Gianasso, all’incontro organizzato dal Comites Tunisia, presidente Sandro Frattini, con la comunità italiana residente ad Hammamet. Comites tunisino che recentemente ha aperto un centro d’ascolto ad Hammamet presso il Centro della Salvaguardia della Medina.

I Comites, infatti, sono organi elettivi che rappresentano le esigenze dei cittadini italiani residenti all’estero nei rapporti con gli Uffici consolari, con i quali collaborano per individuare le necessità di natura sociale, culturale e civile della collettività italiana.

L’Ambasciatore Saggio, con sagacia espositiva, ha posto al centro dell’attenzione la questione della funzionalità dell’Ambasciata, richiamando “al senso di responsabilità e collaborazione i fruitori dei servizi, tenuto conto che tanti pensionati provengono da esperienze lavorative nel settore della pubblica amministrazione”.

Tra i tanti problemi posti alla sua attenzione da parte degli italiani presenti:

  • le difficoltà e le lungaggini delle operazioni doganali, viste come una vessazione verso i connazionali;
  • i tempi biblici per l’iscrizione all’Aire;
  • la questione sanitaria, vera e propria croce per gli ex dipendenti statali, fortemente penalizzante, rispetto agli autonomi.

Saggio ha concluso il suo intervento, dopo aver risposto a tutti i quesisti posti, assumendosi un impegno importante e oneroso, che gli rende onore: “rispondere a tutte le mail o le richieste che mi perverranno direttamente”, per avvicinare l’Ambasciata ai cittadini.

Duro e arduo il suo lavoro, ma l’Italia annovera funzionari che sanno lavorare con l’alto senso del dovere (Attanasio-Iacovacci – docet), nell’interesse dell’Italia, di cui andare fieri.