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Il Papa: “Sia pace in Ucraina e arrivi luce sulla Russia”

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La Pasqua di Francesco, la salute ritrovata e le preoccupazioni per i conflitti nel mondo

 

 

La pace nel mondo è al centro delle preoccupazioni del Papa, soprattutto in questi giorni in cui la Chiesa cattolica celebra le festività pasquali. Uscito dal Policlinico Gemelli per un ricovero dovuto a una bronchite su base infettiva superata grazie agli antibiotici, Francesco ha presieduto le celebrazioni delle Settimana Santa (non era presente venerdì alla Via Crucis al Colosseo) insistendo sulla necessità che il mondo superi i conflitti con il dialogo e aprendo vie di pace. Non c’è solo il conflitto in Ucraina nei suoi pensieri, ma ci sono i tanti Paesi martoriati dalle guerre in ogni latitudine del mondo e che formano quella che a tutti gli effetti è una terza guerra mondiale in atto.

 

Urbi et Orbi

Questa mattina alle ore dodici, dalla Loggia Centrale della Basilica di San Pietro, il Papa ha rivolto ai fedeli (presenti in centomila) il Messaggio Pasquale e la Benedizione Urbi et Orbi con al suo fianco il cardinale Ernest Simoni, 94 anni, albanese, che ha subito le vessazioni del regime comunista albanese. Il primo pensiero è stato per “l’amato popolo ucraino”. Ma il Papa ha anche pregato affinché arrivi la luce pasquale “sul popolo russo”. E ha chiesto il conforto per “i feriti e per quanti hanno perso i propri cari a causa della guerra” chiedendo che “i prigionieri possano tornare sani e salvi alle loro famiglie”. Ed ha auspicato che la Comunità internazionale “si adoperi a porre fine a questa guerra e a tutti i conflitti che insanguinano il mondo, a partire dalla Siria, che attende ancora la pace”. E ancora: “Sostieni quanti sono stati colpiti dal violento terremoto in Turchia e nella stessa Siria. Preghiamo per quanti hanno perso familiari e amici e sono rimasti senza casa: possano ricevere conforto da Dio e aiuto dalla famiglia delle nazioni”.

 

Gli attacchi in Medio Oriente

Francesco ha manifestato “viva preoccupazione per gli attacchi” in Medio Oriente “di questi ultimi giorni che minacciano l’auspicato clima di fiducia e di rispetto reciproco, necessario per riprendere il dialogo tra Israeliani e Palestinesi”. Da tempo il Vaticano auspica che si arrivi al riconoscimento di due Stati per due popoli, senza tuttavia riuscire a convincere le parti in causa.

Gli altri conflitti

Francesco ha a cuore tutti i conflitti che affliggono il mondo, le tante situazioni di crisi. In particolare “il Libano, ancora in cerca di stabilità e unità”, il “caro popolo della Tunisia che soffre “a causa dei problemi sociali ed economici”. Il Papa ha chiesto a Dio di volgere il suo sguardo “ad Haiti, che sta soffrendo da diversi anni una grave crisi socio-politica e umanitaria”. Quindi ha ricordato “i processi di pace e riconciliazione intrapresi in Etiopia e in Sud Sudan” e “le violenze nella Repubblica Democratica del Congo”. Ed ancora le difficoltà del Nicaragua e dell’Eritrea, del Burkina Faso, del Mali, del Mozambico e della Nigeria. Da sempre Francesco è vicino alle minoranze martoriate. Fra queste i Rohingya per i quali ha chiesto “giustizia”.

 

La Via Crucis senza il Papa

Francesco non ha presieduto venerdì sera la Via Crucis al Colosseo. Il freddo di Roma lo ha costretto a seguirla da Casa Santa Marta attraverso la tv, per evitare rischi dopo la bronchite dei giorni scorsi. L’unico precedente simile era stato quello di Giovanni Paolo II nel 2005. Come l’anno scorso Bergoglio ha voluto mettere sotto la stessa croce ucraini e russi, confermando così la linea diplomatica papale e della Santa Sede, che predica la pace da raggiungere attraverso il dialogo con entrambe le parti. E lo ha fatto nonostante, come l’anno scorso, a stretto giro sia arrivato il commento di disapprovazione dell’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede Andrii Yurash.

La salute e le dimissioni

Alle voci intorno ad una sua possibile rinuncia al soglio di Pietro a seguito del ricovero al Gemelli, Francesco ha risposto presentandosi alle celebrazioni pasquali in forma e dimostrando di aver superato gli ultimi acciacchi. Nella recente intervista concessa alla RSI, Francesco ha spiegato come la possibilità di dimettersi sia da lui contemplata qualora si ritrovi incapace di lucidità a seguito di stanchezza, una probabilità che appare oggi molto lontana.

 

 

fonte@rsi.ch/