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I diritti dei migranti un’odissea senza fine “Un futuro da invisibili”

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diEleonora Lombardo

Migrazione e diritti, migrazione e reali emergenze, migrazione e umanità: sono questi i temi intorno ai quali si costruirà oggi alle 17 l’appuntamento dell’Isola di Robinson ( in piazzetta Sett’angeli) “ Se questo è un uomo” che vedrà conversare la scrittrice Evelina Santangelo, Antonella Inverno, giurista specializzata in tutela internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, Alessandra Sciurba, professoressa di Deontologia sociologia e critica del diritto e coordinatrice della Clinica legale migrazioni e diritti dell’Università di Palermo, e Alessandra Ziniti inviata diRepubblica. Un confronto aperto su una crisi umanitaria, un’emergenza culturale in tutto il mondo che vede l’Italia e la Sicilia coinvolte a più livelli in una dinamica complessa, troppo spesso distorta dalla propaganda politica. « La migrazione non è un’emergenza. È dagli inizi degli anni Novanta che il Mediterraneo restituisce o inghiotte corpi di un’umanità alla deriva. — dice Santangelo, scrittrice impegnata nell’indagine del fenomeno — Parlare di emergenza è grave perché dà la misura dell’inconsapevolezza, inadeguatezza e malafede delle forze di governo che faticano ad andare oltre la criminalizzazione della migrazione. Nessuna volontà di comprendere le ragioni profonde e sistemiche che da decenni portano uomini, donne, bambini a fuggire dai propri paesi lungo rotte (la rotta mediterranea o la rotta balcanica) che sono delle roulette russe». Ad alimentare la conversazione sono arrivate le recenti dichiarazioni di Meloni (migranti e lavoro) e Lollobrigida (la “sostituzione etnica”), e la volontà di Salvini di ripresentare tutti gli emendamenti del decreto Cutro. «Quello che sta succedendo è pericolosissimo. A partire dalla denominazione, si è strumentalizzata la strage di Cutro per emanare una norma che va a violare diritti fondamentali, è il segno del cinismo della politica su questo tema. – dice Sciurba, che ha alle spalle un’esperienza in mare con una Ong – Un decreto d’urgenza all’indomani di una strage poteva solo tradursi nel riempire il mare di soccorsi e aprire canali di ingresso realmente percorribili, per dare un’alternativa a quella di affidarsi ai trafficanti. La “ sostituzione etnica” sta echeggiando in posti diversi simultaneamente, in Tunisia il dittatore ha usato lo stesso termine, un’onda di nuova idiozia nera si sta sollevando. Questo è preoccupante, questa è un’emergenzaculturale» Sia Sciurba che Santangelo mettono in evidenza la pericolosità dell’abolizione della “ Protezione speciale”, la protezione riconosciuta a chi è impossibilitato a tornare nel proprio Paese perché soggetto a violazione dei diritti umani, a torture, persecuzioni, discriminazioni per ragioni di religione, razza, genere, lingua o orientamento di genere, creando così le condizioni per criminalizzare la migrazione e abbandonare all’invisibilità e marginalità chi arriva nel nostro Paese. «Non mi sembra ci sia alcuna intenzione vera di creare un adeguato sistema di accoglienza e inclusione di profilo nazionale ed europeo ma, come già accaduto con i decreti sicurezza Salvini, si tende piuttosto a creare il problema della sicurezza lasciando allo sbando chi finora aveva riconosciuti dei diritti sacrosanti, come il diritto all’inserimento nel mondo del lavoro, una volta riconosciuta la Protezione speciale » , aggiunge Santangelo. E Sciurba rilancia: « Questo decreto ha costi altissimi e produrrà soltanto insicurezza e illegalità e forse è proprio questo che vogliono fare, la profezia che si autoavvera: creare un esercito di persone non italiane messe ai margini che diventano visibili solo come fantasmi che fanno paura e che possono essere facilmente ricattabili e sfruttabili. Questo decreto è un favore a chi vuole sfruttare mano d’opera deliberatamente» L’idea condivisa dalle ospiti dell’incontro è che la situazione attuale sia l’eredità di trenta anni di una politica inadeguata, una condizione che l’attuale governo ha soltanto inasprito creando misure volte a colpire i più deboli mentresi stringono patti e accordi con i poteri forti responsabili del traffico di esseri umani. La mancanza totale di un piano per affrontare in modo sistemico il fenomeno dell’emigrazione, lavorando per l’inserimento in ogni ambito del tessuto sociale, è un’accusa che viene mossa trasversalmente a tutti gli ultimi governi. «Che i sindaci impegnati nei territori si stiano ribellando dinanzi alle conseguenze del Decreto è la riprova della sostanziale inadeguatezza di politiche che intendono la questione con un’idea pregiudiziale di “ invasione” del tutto infondata», dice Santangelo. Inverno, che porta la testimonianza di ciò che accade nelle frontiere, sia al nord che al sud, parla di totale mancanza di accoglienza: «L’emigrazione ha numeri stabili da decenni. I minori non accompagnati che arrivano nel nostro Paese, sono ragazzi e ragazze ai quali si dovrebbe poter dare una chance di ricostruirsi una vita, di essere parte della nostra società. Si pensa ai migranti come a un gruppo uguale di persone adulte spesso maschi, in realtà arrivano famiglie ai nostri confini anche con bambini piccoli e gli lasciamo un’eredità pesante rispetto a quello che hanno patito durante il viaggio e le prime fasi dell’accoglienza. Il loro primo e unico pensiero è dare ai figli le opportunità che nel loro paese non hanno».

Fonte: Repubblica