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Giustizia, green pass e scuola: resta alta la tensione nel governo

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AGI – Non accenna a placarsi la tensione nel governo e nella maggioranza sui temi sul tavolo che precedono l’entrata in vigore del semestre bianco. Il premier Draghi ha rinviato la riforma della concorrenza che dovrebbe slittare a settembre anche per non mettere troppa carne al fuoco ma ci sono ancora diversi fronti aperti.

Giovedì in Consiglio dei ministri è previsto, secondo quanto si apprende, l’approdo dei decreti sulla scuola e sui trasporti che dovrebbe estendere l’utilizzo del green pass ai viaggi a lunga percorrenza e stringere le maglie sull’obbligo che il personale e i professori siano immunizzati, per permettere il ritorno in classe in sicurezza (con le mascherine) ma soprattutto in presenza.

Ma soprattutto sull’eventualità di obbligare gli studenti a vaccinarsi la Lega alza il muro. Nessuna intenzione di uscire dall’esecutivo, “non ci sarà un cambio di linea”, premette Salvini che sabato parlerà a Cervia in occasione della tradizionale festa del partito di via Bellerio.

Tra i temi sul tavolo l’immigrazione, il turismo, la federazione del centrodestra (è previsto un collegamento con Berlusconi) la giustizia (sarà presente anche Palamara) ma soprattutto si parlerà di green pass e di vaccini. “In tanti vorrebbero che uscissimo dal governo ma noi daremo battaglia dall’interno”, dice un ‘big’ della Lega.

In realtà, come in ogni forza politica, c’è un dibattito interno al Carroccio su come riaffermare le perplessità sugli strumenti che si è dotato il governo. Nel partito c’è chi preferirebbe portare avanti la tesi della necessità di modificare il certificato verde in Parlamento e non in piazza, considerato che è prevista la presenza in una manifestazione di protesta pure di circa trenta leghisti al fianco dell’ex Front national Philippot che ha guidato la sommossa contro il pass sanitario introdotto dal presidente francese Macron.

Il dibattito alla Camera sul green pass ci sarà comunque solo a settembre, di fronte a chi è preoccupato – anche nella Lega – di strizzare troppo l’occhio al popolo ‘no vax’ la strategia di Salvini è quella di condurre una lotta trasparente ma senza arretrare. “Non si può massacrare il turismo”, ripete Salvini.

Tuttavia è sul prossimo decreto sulla scuola e sui trasporti che potrebbe aumentare la tensione. C’è anche chi non esclude tra i leghisti l’ipotesi di prendere le distanze in Cdm, come accadde sul coprifuoco. Perplessità arrivano anche dal Movimento 5 stelle. “Siamo già all’85% degli insegnanti vaccinati – ha affermato oggi Salvini – a settembre arriveremo oltre il 90%. Parlare di obbligo vaccinale per ragazzini di 12-13 anni è fuori dal mondo ed è pericoloso”.

Il compromesso potrebbe essere quello di obbligare solo i professori a vaccinarsi, oppure limitarsi – ipotesi meno percorribile – prima a delle raccomandazioni e poi all’obbligo.

Si punta inoltre a stringere anche sui trasporti. Acque agitate nella maggioranza pure sulla giustizia. Sulla necessità di evitare l’improcedibilità a tutti i reati legati al terrorismo ci sarebbe l’accordo unanime e si sarebbe raggiunta un’intesa anche sui reati sulla corruzione (il ‘timing’ per l’appello dovrebbe essere di tre anni), ma è sui reati legati alla mafia che è in atto uno scontro forte. Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia hanno dovuto soccombere sulla possibilità di allargare il perimetro del ddl di riforma del processo penale pure ai reati sull’abuso d’ufficio ma è ora il centrodestra a mettersi di traverso ai ‘desiderata’ del Movimento 5 stelle.

Noi siamo fedeli al testo uscito dal Cdm“, ribadiscono dal partito di via Bellerio. Da qui la preoccupazione dell’esecutivo (e, viene riferito da fonti parlamentari, del ministro Cartabia) sul nuovo scontro che è andato in atto in Commissione Giustizia a Montecitorio. Venerdì il provvedimento dovrebbe arrivare in Aula ma i lavori in Commissione rallentano e gli emendamenti rimasti ancora devono essere votati.

Nella maggioranza non si esclude che il premier Draghi giovedì in Consiglio dei ministri porti una nuova mediazione sulla quale chiedere di nuovo la fiducia ma il gioco dei veti incrociati rende l’iter della riforma del processo penale sempre piu’ impervio, con il Movimento 5 stelle in attesa tanto che il leader in pectore Conte (domani incontrerà i deputati e poi i senatori) ha rimarcato come senza modifiche “sarà difficile” votare la fiducia, non escludendo neanche di ricorrere al giudizio della base sulla piattaforma.

Source: agi


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