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Fisco: Leo, commissione a lavoro sul non riscosso

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“Oggi abbiamo oltre 1.206 miliardi – di imposte non riscosse – e forse di più perché si accumulano in modo esponenziale. Il vero problema è che questi numeri vengono da una stratificazione incontrollata. Qui ormai ci sono società fallite e su questo abbiamo un magazzino che non riusciamo a far saltare. Quindi nella delega e nel decreto già approvato abbiamo detto ‘facciamo una due diligence fino al 2024 mettiamo al lavoro una commissione che con la Corte dei Conti, Dipartimento delle Finanze, Ragioneria Generale dello Stato e vediamo quali sono i crediti che si possono riscuotere e quelli che bisogna abbandonare”. Lo ha detto il vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, al Festival dell’Economia di Trento. “Bisogna toglierci questo macigno del passato e pensare al futuro – ha sottolineato – se nei 5 anni non si riscuote, questo carico va restituito all’ente impositore oppure lo possono gestire gli enti locali. Ma non si può andare avanti con questo sistema, perché è un sistema che droga i nostri conti pubblici e non rappresenta la reale situazione” ha concluso, “Non chiamiamolo redditometro perché è un retaggio del passato”. Lo ha detto il vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, al Festival dell’Economia di Trento. “Dopo quel provvedimento del 2015 che è stato bloccato era necessario intervenire in qualche modo. Il provvedimento che ho firmato tutela il contribuente ed è mirato ai grandi evasori, perciò se c’è necessità, come ha detto giustamente la presidente Meloni, di fare un affinamento e di individuare queste due strade, o una precisazione nell’ambito del comma 5 dell’articolo 38 che parla del meccanismo che si basa su certi indicatori di capacità contributiva oppure di una eliminazione mirata a contrastare i fenomeni della grande evasione, che vanno accertati”. E ha spiegato: “Perché accertando questi soggetti troviamo anche le risorse per abbassare le tasse, soprattutto al ceto medio. I contribuenti onesti non verranno assolutamente toccati. Il redditometro termine del passato – ha ribadito Leo – c’è stato un difetto della comunicazione, anche i colleghi della maggioranza sono stati tratti un po’ in inganno, non è colpa di nessuno, perché vedendo il termine redditometro evoca presagi nefasti del passato. Il redditometro non esiste più”. (AGI)
SDB