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Film in TV del 30 aprile STANCA SERATA DI “LUCI ROSA” E DI REPLICHE

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Su Cine 34 prosegue la serie dei film erotici. La biografia di Nada e l’archeologo intemerato sugli altri canali

a cura di Franco La Magna

Cine 34 ha riscoperto il cinema più odiato dalla critica engaged, che da tempo per taluni generi – da sempre considerati b-movies – ha abbandonato le posizioni più oltranziste e sulla scorta di clamorose rivalutazioni (si pensi alle entusiastiche esternazioni di Quentin Tarantino per certo cinema italiano degli anni ‘70) sembra tornare su valutazioni meno estreme.
Comunque stiano le cose Cine 34, affatto intimorita dagli strali avvelenati della critica, divenuti nel tempo sempre meno letali e assoldata la consulenza di uno dei guru della critica nazionale (Tatti Sanguineti), prosegue imperterrita la riproposta dei film scollacciati di quegli anni – “di piombo” per il paese “a luci rosa” per il cinema – con uno degli ultimi prodotti della serie “La moglie in bianco…l’amante al pepe” (1980) regia di Michele Massimo Tarantini, tardiva e scontatissima commedia dall’esito ancor più stucchevole (solita eredità sottoposta a condizione e chiusura edificante). In campo le grazie di Pamela Prati, showgirl ed ex modella passata poi con successo in televisione e in teatro e il risibile dialetto pugliese di Lino Banfi. In seconda serata (22,55) a turbare il sonno pandemico degli italiani torna l’ennesima replica del decamerotico dal titolo cult “Quel gran pezzo di Ubalda tutta nuda tutta calda” (1972) regia di Mariano Laurenti, con la licenziosa reginetta del porno-soft Edwige Fenech, tripudio di corna e coiti. Sconciamente ameno.

Su Rai Premium, canale 25, alle 21,20 altra replica canora, “La bambina che non voleva cantare” (2021) biografia di Nada (cantante in voga tra gli anni ‘60 e ‘70), portata in scena da Costanza Quatriglio, dopo che la stessa aveva già realizzato nel 2009 un documentario ispirato al racconto autobiografico della cantante, mentre su Tv 8, canale 8, alle 21,30 tornano le mirabolanti avventure dell’intemerato archeologo Indiana Jones con “Indiana Jones e il tempio maledetto” (1984), sequel dell’eccezionale successo de “I predatori dell’Arca perduta”, entrambi diretti da Steven Spielberg. Niente di nuovo alla luce del sole… o meglio alla penombra televisiva.