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Edilizia: allo studio pavimenti per esterni che assorbono CO2

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Immagazzinare l’anidride carbonica nei materiali da costruzione potrebbe rendere il settore dell’edilizia più sostenibile, contrastando in modo pulito e sicuro il riscaldamento globale. Lo conferma uno studio, presentato durante il meeting dell’American Chemical Society ACS Spring 2024 dagli scienziati del Pacific Northwest National Laboratory (Pnnl). Il team, guidato da David Heldebrant, ha sviluppato un materiale composito in grado di assorbire l’anidride carbonica.
Il settore dell’edilizia, spiegano gli esperti, è associato all’emissione di notevoli quantità di anidride carbonica, tanto che, secondo il World Green Building Council, materiali e processi di costruzione degli edifici rappresentano l’11% di tutte le emissioni di carbonio legate all’energia. Il materiale ideato dal gruppo di ricerca, però, può immagazzinare più CO2 di quella derivante dalla sua realizzazione.
Gli studiosi hanno progettato delle tavole da terrazza con un composito di legno e plastica, simile alle alternative di decking attuali, ma partendo da prodotti di scarto trattati con liquidi specializzati. Sfruttando una reazione chimica tra l’anidride carbonica e il fenolo, gli autori sono riusciti a fare in modo che le tavole di legno immagazzinassero tra il 2 e il 5% di anidride carbonica. Uno dei prototipi, realizzato con l’80% di questi materiali riempitivi, massimizzava la quantità di CO2 assorbita, dimostrando resistenza e durata conformi alle normative edilizie internazionali per i materiali destinati a uso esterno. Il prodotto finale era visivamente molto simile alle controparti industriali. Oltre alle loro proprietà fisiche favorevoli, i nuovi pannelli compositi offrono un sostanziale vantaggio in termini di prezzo e sostenibilità. Queste opzioni costano il 18% in meno rispetto ai materiali attuali.
Secondo le stime del gruppo di ricerca, ogni anno negli Stati Uniti vengono prodotti e venduti oltre un miliardo di metri di pavimentazioni per esterni, e se questi venissero sostituiti dalle alternative sostenibili, si potrebbero sequestrare fino a 250 mila tonnellate di anidride carbonica, pari alle emissioni annuali di 54 mila automobili.
Nei prossimi step, gli scienziati intendono realizzare ulteriori formulazioni composite e testarne le proprietà. I compositi carbonio-negativi potrebbero essere sviluppati per una gamma di materiali da costruzione, come recinzioni e rivestimenti. Nel frattempo, concludono gli autori, questa nuova pavimentazione da esterno potrebbe essere disponibile presso i rivenditori di materiali edili già la prossima estate. (AGI)
SCI/ROB