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Donne e leadership in Italia: un potere rosa?

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Il 1° luglio 2024 arriverà una svolta significativa nel panorama imprenditoriale italiano: Stefania Boschetti assumerà ufficialmente il ruolo di Chief Executive Officer (CEO) di EY Italia. Questo evento rappresenterà un momento storico, essendo lei la prima donna a guidare una delle cosiddette Big4 in Italia. Questo primato si aggiunge al crescente, ma ancora insufficiente, numero di donne in posizioni di potere nel nostro Paese.

Ma quante sono le donne in Italia a ricoprire posizioni di leadership?

Cos’è il Gender Gap?
Il termine “gender gap” descrive le disparità sistemiche tra uomini e donne in vari ambiti della vita sociale, economica, politica e culturale. Queste disparità sono spesso misurate attraverso indicatori come la partecipazione economica, la realizzazione politica, l’empowerment educativo, la salute e la sopravvivenza, fornendo un quadro dettagliato delle sfide globali e nazionali che andrebbero affrontate per raggiungere la parità di genere.

Qual è la situazione oggi in Italia?
Prima delle leggi sulle quote di genere, l’Italia aveva una delle percentuali più basse di donne nei consigli di amministrazione a livello europeo, con solo il 7% nel 2009. La partecipazione delle donne italiane al mercato del lavoro è sempre stata relativamente alta, ma poche raggiungevano i vertici, evidenziando una significativa disparità di genere nei livelli dirigenziali.

Imprese al femminile
In Italia, le imprese guidate da donne hanno visto un incremento significativo, ma, nonostante ciò, rappresentano solo il 22,2% del totale delle imprese nel 2023. Di queste, la maggior parte sono imprese individuali (spesso di piccole dimensioni e con minor produttività). Inoltre, si concentrano prevalentemente in settori considerati tradizionalmente femminili come tessuti e servizi.

Un settore con donne al comando?
Nonostante le donne in Italia siano generalmente più istruite degli uomini, questa superiorità accademica non si traduce in una rappresentanza equa nei ruoli di comando nel settore dell’istruzione superiore. Il rapporto MARLA rileva che, su 84 università associate alla CRUI, solo 11 sono guidate da rettrici – nel maggio 2024 questo dato è salito a quota 13 (tra cui Politecnico di Milano, Bicocca, Sapienza, Messina, Statale di Milano).

Ciò dimostra che, seppur le donne siano più istruite degli uomini, infatti, la quota di donne tra 25 e 34 anni laureate è del 35,5% contro il 23,1% degli uomini ) e che il settore educativo venga spesso associato alla figura femminile, quando si tratta di cariche di rilevanza, sono gli uomini ad essere in maggioranza.

Le donne in politica
Il quadro politico italiano mostra chiaramente quanto sia ancora limitato l’accesso delle donne ai ruoli di potere. Le donne sono nettamente sotto-rappresentate sia nel parlamento che nei ministeri. Un evento importante per la rappresentanza delle donne nelle cariche di alto livello politico si è verificato nel 2022, con la nomina di Giorgia Meloni, la prima donna Presidente del Consiglio in Italia.

Nell’attuale legislatura (XIX legislatura), sono state elette 129 donne alla Camera, rappresentando il 32,3% dei membri, in diminuzione del 3,5% rispetto alla precedente legislatura. Al Senato troviamo invece un aumento della rappresentanza femminile.
Nel contesto europeo, l’introduzione delle regole di “doppia preferenza di genere” nel 2014 e di “tripla preferenza di genere” nel 2019 ha influenzato positivamente la rappresentanza femminile. Dopo le elezioni del 2014, il numero di donne italiane elette al Parlamento europeo è quasi raddoppiato e il trend in aumento ha trovato conferma anche nelle elezioni del 2019, con il 41,1% dei seggi affidati a donne, superando la media del Parlamento europeo del 40,6%.
A livello regionale, tuttavia, la situazione è meno incoraggiante (Grafico 2). La presenza femminile nelle assemblee regionali italiane si attesta mediamente al 21,7%, rimanendo ben al di sotto della media europea del 34,2%. Questo divario sottolinea la necessità di ulteriori sforzi e misure per potenziare la partecipazione femminile in politica, soprattutto nelle sedi decisionali regionali. A livello locale, solo il 15,3% dei comuni italiani è guidato da una sindaca.

Mentre in diplomazia, la percentuale di ambasciatrici è ancora bassa, attestandosi solo al 15,6%, sottolineando così una marcata disparità di rappresentanza anche in questo settore cruciale.

Fonte: Orizzonti Politici